Come passare al regime forfettario dall’ordinario e dai minimi

Ecco come avviene il passaggio al regime forfettario da altri regimi fiscali.

Il regime forfettario è senza dubbio un regime fiscale molto interessante per diverse categorie di lavoratori autonomi e professionisti per i numerosi vantaggi fiscali e contributivi.

In questo articolo scopriremo come è regolamentato il passaggio a questo sistema quando si è già attivi con altri regimi fiscali.

Il regime forfettario in sostituzione del regime dei minimi.

Fino a qualche anno fa l’unico Regime fiscale Agevolato esistente era il Regime dei Minimi. In prima battuta il Regime dei Minimi è stato abolito il 1 Gennaio 2015 in favore del Regime Forfettario

Il Regime Forfettario del 2015 però presentava diversi limiti strutturali che ne impedirono la diffusione come il limite di fatturato annuo ritenuto troppo basso da tutte le Categorie Professionali, ed una tassazione troppo alta.

Per tutto il 2015 quindi (1 Gennaio 2015 – 31 Dicembre 2015) è stato deciso di mantenere in vita sia il Regime Forfettario sia il Regime dei Minimi. Durante questo periodo infatti, al momento dell’apertura della Partita IVA è stato possibile scegliere tra questi 2 Regimi Agevolati, oltre agli ancora esistenti Regime Ordinario o Seplificato

La legge di Stabilità 2016 ha rivoluzionato il Regime Forfettario rendendolo molto più simile al Regime dei Minimi e più accessibile e conveniente a tutte le Categorie Economiche.

Sono stati infatti innalzati i limiti di fatturato annuo (da 25.000 a 50.000 Euro a seconda delle Attività svolte), e sono state previste delle agevolazioni fiscali per i primi anni di attività (tassazione ridotta al 5% per le nuove start-up per i primi 5 anni)

Con questa Riforma il Regime dei Minimi è andato definitivamente in pensione. Dal 1° gennaio 2016 infatti non è stato più possibile aprire una Partita IVA nel Regime dei Minimi. L’unico Regime Agevolato esistente è rimasto quindi il Regime Forfettario.

Dal 1° gennaio 2019 il limite di fatturato per rientrare nel regime forfettario è stato innalzato a 65.000 euro all’anno per tutti i codici ATECO.

Cosa succede a chi ha aperto una Partita IVA nel Regime dei Minimi?

La Riforma che ha introdotto il Regime Forfettario non è retroattiva. Chi ha aperto una Partita IVA nel Regime dei Minimi prima dal 1° gennaio 2016 può continuare ad utilizzare questo Regime fino alla sua scadenza naturale.

Il Regime dei Minimi infatti, al contrario del Regime Forfettario, ha una scadenza. Si può utilizzare questo Regime infatti per 5 anni o fino al raggiungimento dei 35 anni di età.

Ad esempio, un Professionista che ha aperto la propria Partita IVA nel Regime dei Minimi nel 2015 all’età di 25 anni, può continuare ad utilizzare questo Regime Agevolato fino all’età di 35 anni, per cui fino al 2025

Un Professionista invece che ha aperto la propria Partita IVA nel Regime dei Minimi nel 2015 all’età di 50 anni può utilizzare questo Regime per 5 anni, per cui lo ha potuto fare fino al 2019.

Quando si è obbligati per scadenza ad uscire dal Regime dei Minimi è possibile aderire al Regime Forfettario, se si dispone di tutti i requisiti, oppure aderire al Regime Ordinario o Semplificato.

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Quale tassazione pagherò nel nuovo Regime Forfettario?

Come già saprai nel Regime dei Minimi la tassazione IRPEF, detta Imposta Sostitutiva è pari al 5% del Reddito Lordo.

Nel Regime Forfettario invece questa percentuale è pari al 15%. Nel caso di nuove aperture di Partita IVA però l’Imposta Sostitutiva è pari ad 1/3 per cui anche qui 5% ma solo per i primi 5 anni (passa al 15% dal sesto anno in poi).

Se hai deciso di accedere al Regime Forfettario a scadenza del Regime dei Minimi dovrai applicare direttamente la percentuale del 15%.

Nel caso in cui avessi invece deciso di aderire al Regime Forfettario prima della scadenza naturale del Regime dei Minimi, invece potrai applicare la percentuale ridotta del 5% in caso di start-up fino al completamento del quinto anno di attività.

In quali casi è possibile passare dal Regime Ordinario o Semplificato al Regime Forfettario?

Innanzitutto bisogna rispettare il requisito fondamentale: non aver fatturato più di 65.000 Euro nell’anno precedente.

Dunque, se hai intenzione di passare al Regime Forfettario ad esempio nel 2022, devi analizzare il tuo fatturato durante tutto il 2021, e controllare se hai fatturato meno di 65.000 Euro.

Nota bene. Ciò che dovrai controllare non è il tuo Reddito Netto, bensì il tuo Fatturato Lordo (la somma di tutte le fatture emesse)

Se dovessi rispettare questo parametro, oltre a tutti gli altri necessari, il Regime Forfettario diventerà il tuo Regime Naturale dal 1° gennaio 2022.

Ciò significa che non avrai bisogno di alcun tipo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate per segnalare il cambio del tuo Regime, ma dall’inizio del nuovo anno ti basterà iniziare ad emettere le tue fatture con il nuovo Regime

Le fatture del Regime Forfettario però sono diverse dalle fatture degli altri Regimi.

Innanzitutto perché non hanno IVA e ritenuta d’acconto e poi perché devono avere sempre presente la dicitura di legge che le identifica.

In ogni fattura emesse nel Regime Forfettario deve infatti essere presente questa dicitura:  “Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 della Legge n. 190/2014 – Regime forfetario”.

Una nota molto importante: nel caso in cui un professionista avesse i requisiti per effettuare il cambio di regime fiscale e non provvedesse però a farlo, tale possibilità resterà preclusa per almeno 3 anni.

Pertanto è molto importante, se si vuole passare al regime forfettario, iniziare a farlo dal primo giorno dell’anno con le modalità prima descritte.

In conclusione.

Una consulenza con un buon commercialista specializzato in questo regime fiscale ti aiuterà in maniera significativa a farti trovare pronto e ad approfittare di questa chance.

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Spero di esserti stato utile

A presto
Giampiero Teresi

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