Partita IVA Personal Trainer: questa la scelta più conveniente

Vuoi aprire la Partita IVA e svolgere questa professione in proprio? Ecco la soluzione ideale

Se stai pensando di intraprendere una carriera da personal trainer autonomo potresti avere delle perplessità legate all’apertura della Partita IVA.

Agire senza sapere nulla sugli aspetti contabili e fiscali ti espone a vari rischi: inadempienze, spese inaspettate, multe e debiti.

In questo articolo voglio spiegarti come evitare gli errori più comuni e come aprire la Partita IVA con la consapevolezza degli aspetti più importanti.

Come aprire la Partita IVA da Personal Trainer

Se svolgi questa professione come lavoratore dipendente e ambisci a crescere professionalmente, è probabile che stia prendendo in considerazione l’idea di lavorare in proprio.

Magari ci hai riflettuto a lungo.

Gli orari più flessibili, la gestione totale del lavoro e dei clienti e la possibilità di farti un nome sono solo alcuni dei fattori che potrebbero averti convinto a optare per questa strada.

Ma c’è un problema.

Non hai la più pallida idea di cosa ti aspetti nel caso dovessi fare questo passo. È possibile che tu non sappia nemmeno quanto costi aprire la Partita IVA da personal trainer né come si faccia ad aprirla.

Ora ti dico tutto.

Andiamo con ordine.

Voglio subito tranquillizzarti dandoti una buona notizia: l’apertura della Partita IVA è un’operazione abbastanza semplice e assolutamente gratuita.

Per richiederla non devi fare altro che compilare un modulo: il ModelloAA9/12.

Hai 3 possibilità per inoltrare la richiesta all’Agenzia delle Entrate:

  • recarti in prima persona presso l’ufficio territoriale dell’ente;
  • inviare il modulo tramite raccomandata A/R;
  • aprire la Partita IVA online utilizzando la sezione telematica del sito dell’Agenzia.

È importante che questa procedura venga portata a compimento entro 30 giorni dall’inizio della tua nuova attività.

Questo per evitare sanzioni.

“Sì, ma come si compila questo modulo?”

Domanda più che lecita.

Vediamo quali sono i dati più importanti da inserire nella domanda.

Leggi anche: Infermiere & Partita IVA: perché scegliere il regime forfettario

Codice ATECO e regime fiscale: perché sono importanti?

Il Modello AA9/12 è costituito da diversi campi.

Alcuni sono semplici da compilare, in quanto richiedono l’inserimento dei tuoi dati fiscali, anagrafici e della sede della tua attività.

Ci sono, però, delle sezioni che potrebbero lasciarti perplesso.

Per quanto l’apertura della Partita IVA sia un’operazione semplice, implica una serie di responsabilità e adempimenti, e il consiglio che voglio darti è di non agire mai d’istinto, ma di affidarti a un buon commercialista o consulente prima di fare mosse maldestre.

Ad esempio, sbagliare il codice ATECO o il regime fiscale.

Questi due aspetti possono incidere pesantemente sulla tua futura attività.

Il codice ATECO identifica tutte le attività professionali ed è fondamentale indicare quello giusto: operando con un codice errato, infatti, andresti incontro a una multa.

Per l’attività di personal trainer, il codice ATECO corretto è 96.09.09.

Il regime fiscale è un aspetto ancora più importante, in quanto influisce in modo diretto sugli adempimenti fiscali e contabili a cui dovrai ottemperare.

In Italia esistono 3 tipi di regime fiscale:

Dato che stai pensando di avviare la tua attività di personal trainer freelance, voglio parlarti del più conveniente.

Piccola parentesi: potrebbe interessarti il mio nuovo libro.

Si chiama Regime Forfettario 2020 ed è un manuale che ti spiegherà tutto ciò che devi necessariamente sapere prima di aprire la tua Partita IVA. Ti spiegherò anche come risparmiare migliaia di Euro in tasse ogni anno. È in vendita esclusivamente su Amazon sia in versione cartacea (15,50 Euro) sia in versione Ebook (9,90 Euro)

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Quali vantaggi offre il regime forfettario?

Aprire una Partita IVA forfettaria è l’opzione numero 1 che dovresti prendere in considerazione, visti i notevoli benefici a cui avresti accesso.

Rispettando determinati requisiti, tra cui quello del rispetto del limite di fatturato annuo di 65.000 €, potresti iniziare a esercitare la tua professione con diverse agevolazioni e semplificazioni contabili e fiscali.

E non ti parlo di noccioline…

Per prima cosa, una Partita IVA a regime forfettario è esonerata dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto.

Sai cosa significa?

Che non solo incasserai sempre il 100% dei tuoi compensi e non sarai tenuto a provvedere alle liquidazioni e alle dichiarazioni dell’IVA, ma potrai anche avvantaggiarti di una maggiore competitività rispetto ad altri personal trainer che utilizzano il regime ordinario o semplificato.

A parità di compenso, non dovendo applicare l’IVA alle tue fatture, il tuo servizio costerà meno e i clienti lo apprezzeranno.

Ma non finisce qui…

Ecco una breve lista di ulteriori vantaggi a cui accederai:

  • nessun obbligo di fatturazione elettronica;
  • niente spesometro né studi di settore;
  • esonero dal modello ISEE;
  • esonero dal pagamento dell’IRAP;
  • esonero dal versamento delle addizionali comunali e regionali.

Se non hai mai avuto una Partita IVA alcune di queste voci non ti diranno nulla, ma ti assicuro che si tratta di parecchie seccature in meno e molti soldi in più che restano nelle tue tasche!

E ora veniamo al pezzo forte del regime forfettario: la tassazione.

Quante tasse paga un Personal Trainer nel regime forfettario?

Inutile nasconderci.

La questione delle tasse è il primo aspetto a cui bada qualsiasi imprenditore o professionista.

Pagarne il meno possibile senza infrangere la legge è la priorità assoluta.

Ti farà piacere sapere che il regime forfettario prevede la tassazione più bassa d’Italia e tra le più basse in Europa.

A fronte di un’aliquota minima del 23% del regime ordinario e semplificato, che sale in base agli scaglioni IRPEF relativi al reddito, nel regime forfettario c’è un’aliquota unica.

A prescindere dal tuo reddito, pagherai sempre il 15% di imposte, con una riduzione al 5% per i primi 5 anni se sei una start-up con determinati requisiti.

Ma dico, ti rendi conto?

Il 5%!

Parliamo veramente di nulla.

Uno scenario simile è decisamente l’ideale per chi è all’inizio della propria avventura nel mondo degli autonomi.

Leggi anche: Partita IVA per guida turistica nel regime forfettario: come funziona?

Un’altra particolarità della tassazione nel regime forfettario è la modalità con cui viene calcolato l’imponibile.

Non dovrai dimostrare in alcun modo le spese sostenute durante l’anno, perché i costi vengono stabiliti su base percentuale rispetto al fatturato totale annuo.

In che modo?

Lo Stato ha assegnato a ogni categoria di professionisti un coefficiente di redditività di riferimento (nel tuo caso il 67%).

Cosa significa?

Che pagherai le tasse sul 67% del tuo fatturato totale, perché il restante 33% viene automaticamente considerato come “costi forfettari” e quindi scalato.

Oltre alle imposte sul reddito, dovrai occuparti in prima persona di versare i tuoi contributi INPS.

Operando come freelance, non sarai tenuto a iscriverti all’ENPALS, ma potrai aderire alla Gestione Separata INPS.

Questa modalità contributiva prevede il versamento del 25,98% del tuo fatturato lordo (lo stesso su cui vengono calcolate le tasse) e ha un grande vantaggio rispetto ad altre: non ci sono quote fisse.

Verserai i tuoi contributi sempre in base a quanto guadagni.

In conclusione

Converrai sul fatto che l’apertura della Partita IVA sia una decisione molto importante e, in assenza di un’adeguata preparazione, piena di insidie.

La burocrazia italiana riserva tante sorprese sgradevoli e avventurarcisi senza una visione chiara e completa rischia di farti fare la fine di tanti autonomi italiani, che ogni anno si vedono costretti a chiudere la propria attività.

Fortunatamente puoi contare sul mio aiuto.

Da ormai diversi anni ho preso la decisione di dedicare il mio tempo esclusivamente al regime forfettario e ho dato vita a un servizio di consulenza online.

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Ti ricordo che per qualsiasi tipo di considerazione, hai la possibilità di commentare questo articolo.

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A presto
Giampiero Teresi

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2 risposte

  1. Secondo il mio modesto parere c’e’un grosso errore in quello che ha scritto dove si parla del superamento del limiti dei 30.000 euro in corso d’anno, quello che lei scrive valeva per il regime dei minimi dove il superamento dei 45.000 portava ad un ricalcolo dell’iva; nei forfettari vai nel regime ordinario dall’ anno successivo lo sforamento dei 30.000 euro senza nessun limite, puoi arrivare anche ad un milione di euro.

    1. Buongiorno Giuseppe. Non c’ è alcuna differenza tra il Regime dei Minimi ed il Regime Forfettario nel superamento dei limiti di fatturato. Anche nel Regime Forfettario al superamento dei 45.000 Euro di fatturato sarà necessario uscire dal Regime nell’ anno in corso e riemettere tutte le fatture inserendo l’ IVA nelle stesse

      Rimango a tua disposizione per qualsiasi dubbio anche al mio numero personale 3286481872

      Giampiero Teresi
      http://www.regime-forfettario.it

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