Regime forfettario: tutte le novità a partire dal 2024

Fatturazione elettronica e modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio: ecco cosa cambia per i forfettari

Quali sono le novità per i possessori di partita IVA nel 2024?

In virtù di quanto disciplinato dall’ultima Legge di Bilancio, quella del dicembre 2022, il 2023 è stato un anno caratterizzato da alcune agevolazioni per il regime forfettario (che era stato introdotto con la Manovra del 2015 per agevolare – per l’appunto – i contribuenti negli adempimenti fiscali), e per la contabilità semplificata.

Tra queste, alcune semplificazioni per quanto concerne la contabilità e l’IVA, e l’abbassamento dell’aliquota dal 15% al 5%. Per quanto riguarda, invece, il 2024, l’unica novità significativa e degna di nota per i possessori di partita Iva forfettaria è rappresentata dall’obbligo di fatturazione elettronica.

In questo articolo vedremo di sviscerare la questione, analizzando l’ultima regola introdotta e ricapitolando le novità già in essere dall’anno passato.

Regime forfettario 2024: la novità della fatturazione elettronica

L’anno appena iniziato ha un’unica vera novità – peraltro annunciata da diverso tempo – relativa al regime forfettario. Si tratta dell’obbligo di fatturazione elettronica esteso a tutti i titolari di partita Iva a regime forfettario.

Se fino all’anno scorso, infatti, la fatturazione elettronica per i forfettari era limitata ad alcuni casi specifici, a partire dal 1° gennaio 2024 tale obbligo riguarda tutti i possessori di questa tipologia di regime fiscale.

Ma cosa cambia concretamente rispetto al passato? Semplice: le fatture cartacee non saranno più ammesse e per emetterne una sarà necessario utilizzare un apposito software. Al riguardo segnalo che esistono diversi provider che offrono tale servizio, inclusa l’Agenzia delle Entrate il cui gestionale è gratuito.

Di fatto, questo è l’unico aggiornamento riguardante il regime forfettario per il 2024 ma, dal momento che nel 2023 ci sono state delle variazioni significative rispetto agli anni precedenti, è bene fare un recap al riguardo.

Regime forfettario e contabilità semplificata: le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio

Fatturazione elettronica a parte, tutte le novità più recenti riguardanti il regime forfettario sono disciplinate dalla Legge di Bilancio 2023 n. 197 del 29 dicembre pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

La legge è entrata in vigore il 1° gennaio del 2023 e ha introdotto diverse modifiche per quanto concerne il regime forfettario e il regime contabile semplificato.

Per essere più precisi, è stato previsto un aumento del limite dei ricavi per accedere al regime forfettario: infatti, questo non è più pari a 65.000 euro ma a 85.000 euro.

Per quanto riguarda il regime contabile semplificato, invece, il limite dei ricavi è passato:

  1. da 400.000 a 500.000 euro per le imprese che offrono dei servizi;
  2. da 700.000 a 800.000 euro per le organizzazioni che hanno per oggetto altre attività.

Bene, detto questo, vediamo di analizzare le varie modifiche per entrambi i regimi e scendere più nei dettagli.

Regime forfettario: queste le modifiche previste dalla Legge di Bilancio

Secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 54 della Legge di Bilancio 2023, è stato sancito un aumento del limite dei ricavi per rimanere nel regime forfettario.

Come abbiamo anticipato, questa cifra passa da 65.000 a 85.000 euro.

Ma non è tutto.

Sempre all’interno dello stesso comma, è stata aggiunta una nuova regola riguardante la fuoriuscita dal regime.

In sostanza, una volta che i ricavi o i compensi superano l’ammontare di 85.000 euro ma rimangono comunque sotto i 100.000, è prevista la fuoriuscita dal regime forfettario solo a partire dall’anno successivo.

Quindi se, per esempio, un piccolo imprenditore registra un ricavo pari a 90.000 euro prima della fine del 2023, rimarrà nel regime agevolato fino alla conclusione dell’anno vigente.

Se invece i ricavi sono superiori ai 100.000 euro, il regime forfettario cessa immediatamente, per cui si dovrà applicare l’IVA su tutte le operazioni che hanno sforato questo limite.

Regime contabile semplificato: queste le principali novità introdotte a partire dal 2023

Come abbiamo anticipato poco fa, sono previsti anche dei cambiamenti sui limiti dei ricavi per chi sceglie il regime di contabilità semplificata.

In particolare, l’articolo 1, comma 276 della Legge di Bilancio 2023 ha apportato delle modifiche su quanto disciplinato dall’art. 18, c.1, del D.P.R. 600/1973, specificamente per quanto concerne la contabilità semplificata per le piccole imprese. 

Per essere più precisi, le imprese minori possono beneficiare delle agevolazioni previste dalla contabilità semplificata se nel 2023:

  1. non superano i 500.000 euro di ricavi (valido per le aziende che offrono i servizi);
  2. non eccedono la cifra di 800.000 euro di ricavi (valido per le imprese che hanno ad oggetto attività terze).

Facciamo dunque il punto della situazione.

Per il regime forfettario:

Limite dei ricaviFino al 31.12.2022Dal 1.01.2023
65.000 euro85.000 euro
> 85.000 euro ma < 100.000 euro = fuoriuscita dal regime nell’anno successivo
> 100.000 euro = fuoriuscita immediata dal regime

Per il regime contabile semplificato:

Limite dei ricaviFino al 31.12.2022Dal 1.01.2023
Imprese prestazione di servizi400.000 euro500.000 euro
Imprese con altre attività700.000 euro800.000 euro

Regime forfettario 2024: chi può godere dell’aliquota al 5%

Sappiamo poi che per i possessori di partita IVA con regime forfettario è previsto l’abbassamento dell’aliquota dal 15% al 5%.

Tuttavia, questa agevolazione è prevista esclusivamente per tutti coloro che avviano una nuova attività e ha una durata pari a cinque anni. Ciò significa che, dopo il primo quinquennio (dal 2024 al 2028), l’aliquota tornerà a essere pari al 15%.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: quali sono i requisiti necessari per poter usufruire di questa agevolazione?

I requisiti sono disciplinati dal comma 65 della Legge di Bilancio del 2015. Nello specifico, il richiedente può essere in regime forfettario con aliquota al 5% se:

  1. non ha esercitato alcun tipo di attività imprenditoriale, professionale e artistica nei tre anni precedenti (in forma associata o familiare);
  2. la nuova attività non risulta essere un ‘prosieguo’ di un’attività precedentemente avviata come forma di lavoro da dipendente o autonomo;
  3. in caso di proseguimento di un’attività svolta in precedenza da un’altra persona, è necessario che i relativi ricavi conseguiti precedentemente al periodo di entrata in vigore di questa agevolazione non superino i limiti posti per accedere al regime stesso.

Inoltre, ricordiamo che per accedere al regime forfettario, vi sono specifici requisiti previsti dall’Agenzia delle Entrate che riportiamo qui di seguito:

“Accedono al regime forfettario i contribuenti che nell’anno precedente hanno, contemporaneamente:

  • conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 85.000 euro (il precedente importo di 65.000 euro è stato così modificato dalla Legge di Bilancio 2023). Se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate;
  • sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari.”

Regime forfettario 2024: conviene oppure no?

Quali sono gli svantaggi e i benefici della partita IVA con regime forfettario?

Partiamo dai contro.

Diciamo che, per alcuni esercenti con elevati costi di gestione, questo regime potrebbe essere sfavorevole. Infatti, ci sono alcuni svantaggi legati alla tassazione del reddito dell’impresa.

Per farla semplice, il possessore di partita IVA con regime forfettario non potrà detrarre alcune spese come:

  • oneri personali;
  • utenze varie;
  • costo dei macchinari;
  • ecc.

Inoltre, il contribuente non gode dell’imposta sostitutiva della detrazione per coniuge a carico né della detrazione per interessi mutuo abitazione principale.

D’altro canto, però, sono numerosi i vantaggi al livello fiscale.

Innanzitutto, i contribuenti sono esonerati:

  • dagli ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità);
  • dalla dichiarazione IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive);
  • dalla registrazione delle fatture di acquisto e vendita;
  • dalla dichiarazione IVA e dalla sua liquidazione.

Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di enumerare le principali modifiche previste per i possessori di partita IVA in regime forfettario. Questo perché da anni mi occupo esclusivamente di consulenza online dedicata a chi opera nel regime fiscale agevolato.

Se dunque hai l’ambizione di metterti in proprio e desideri sapere se possiedi tutti i requisiti per aprire la Partita IVA forfettaria, compila il Form di Contatto sul mio sito internet www.regime-forfettario.it.

Sarò io stesso a richiamarti nel giro di qualche ora per chiarire ogni tuo dubbio.

A presto!

Giampiero Teresi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi maggiori informazioni?
Prenota subito la tua
consulenza gratuita

Per offrire un servizio impeccabile ho deciso di limitare il numero massimo di clienti seguiti e sono vicino al limite.

Per questo motivo accetto solo
3 nuovi clienti ogni mese.

Se sei davvero interessato ti consiglio di contattarmi ora, per evitare attese.