Partita IVA Forfettaria 2021: come si apre e come funziona

Una guida semplice sull’apertura di una partita IVA a regime fiscale agevolato: requisiti, costi e vantaggi.

Lavorare in proprio è il desiderio, spesso velato, di tantissimi italiani. Non è raro che persone di ogni età nel nostro Paese decidano d’intraprendere un’attività per realizzare i propri obbiettivi professionali.

Se si sceglie di optare per il lavoro in proprio piuttosto che per il lavoro dipendente, è obbligatorio aprire la partita IVA.

L’ipotesi di compiere una simile scelta talvolta spaventa le persone, in virtù del fatto che la gestione di un’attività in Italia sia legata ad un’eccessiva burocrazia e i costi e gli adempimenti fiscali siano considerati molto alti.

Ma nonostante ciò, esiste un’opportunità molto vantaggiosa per esercitare una professione con partita IVA: quella del regime forfettario.

Nelle prossime righe andremo a osservare tutte le caratteristiche più interessanti di questo regime fiscale agevolato, cercando di darti tutte le informazioni che cerchi.

Cos’è il regime forfettario?

Il regime forfettario è un tipo d’inquadramento fiscale introdotto a partire dal gennaio del 2016 in sostituzione del regime dei minimi ed è attualmente il regime fiscale più vantaggioso in Italia e tra i più convenienti in Europa.

Questo regime è particolarmente adatto a diversi professionisti e ditte individuali per le sue semplificazioni gestionali e per la tassazione più bassa.

La caratteristica principale del regime forfettario consiste nel limite di fatturato annuo, imprescindibile per potervi accedere e per poter continuare a operare alle medesime condizioni nel corso degli anni.

In origine questo limite variava in base al codice Ateco relativo al tipo di attività svolta e poiché la soglia massima di fatturato era troppo bassa, in molti casi era preferibile mantenere il regime fiscale ordinario o semplificato, per quanto questi implichino costi maggiori.

La Partita IVA forfettaria attualmente non può fatturare cifre superiori a 65.000 € a prescindere dal codice Ateco e questo ha spinto molte ditte individuali e professionisti ad aderirvi e a sfruttarne i benefici.

Non solo.

Diverse nuove attività hanno scelto questa opzione fin dall’avvio, accedendo a ulteriori agevolazioni fiscali che vedremo tra poco.

Intanto vediamo come si apre una partita IVA con questo regime fiscale.

Come si apre una partita IVA forfettaria?

Per aprire una partita IVA e ottenere il codice di 11 cifre che va a identificare fiscalmente un’attività è necessario presentare domanda all’Agenzia delle Entrate.

Questo infatti è l’ente che si occupa di rilasciare il numero di partita IVA e per ottenerlo è necessario compilare il modello AA9/12, disponibile anche online, e presentarlo entro e non oltre 30 giorni dall’inizio della nuova attività lavorativa.

Tra i campi da compilare troverai anche quello relativo al regime fiscale. Ecco, una volta appurato che sei in possesso dei requisiti per poterlo adottare, dovrai indicare il regime forfettario come quello che intendi utilizzare.

Per inoltrare la domanda hai 3 possibilità:

  • recarti personalmente presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate;
  • inviare il modulo allegando una copia del tuo documento tramite raccomandata A/R;
  • procedere all’invio telematico tramite il sito dell’ente.

Ma ora vediamo chi può adottare il regime forfettario nello svolgimento della propria attività.

I requisiti per poter adottare il regime forfettario.

A differenza degli anni passati, la Legge di Bilancio 2021 non ha apportato particolari cambiamenti ai requisiti necessari per accedere ai benefici del regime forfettario.

Queste sono le caratteristiche da rispettare per poter applicare allo svolgimento della propria attività il regime fiscale agevolato, riferendosi all’anno precedente:

  • il rispetto del limite di ricavi e compensi percepiti sia da una che da più attività, che sommati tra loro non devono essere superiori a 65.000 €;
  • il rispetto del limite di spese per collaboratori e dipendenti, fissato a 20.000 €;
  • il rispetto del limite di redditi conseguiti da lavoro dipendente o pensione, fissato a 30.000 €

Va precisato però che quest’ultimo paletto decade nel momento in cui il rapporto di lavoro, per quanto abbia prodotto un reddito superiore nell’anno precedente, sia stato interrotto.

Nuova attività? I requisiti per l’aliquota 5% start-up.

Un capitolo a parte è doveroso per evidenziare i requisiti di cui devono disporre i soggetti che decidono di aprire una partita IVA a regime forfettario per poter sfruttare la conveniente aliquota del 5% riservata alle start-up.

Infatti, come vedremo più avanti, la tassazione bassa è uno dei motivi più vantaggiosi per cui passare a questo regime fiscale.

Beh, in caso di attività non preesistenti ma bensì di nuova costituzione, è possibile usufruire di un’aliquota ancora più bassa per tutta la durata dei primi 5 anni!

Ecco di seguito i presupposti fondamentali per poter accedere a questa flat tax:

  • il soggetto interessato non deve aver esercitato alcuna attività professionale, artistica o d’impresa nei tre anni antecedenti all’avvio della nuova attività;
  • non si deve proseguire con la nuova partita IVA un’attività precedentemente svolta da lavoratore autonomo o dipendente, salvo casi particolari come il praticantato obbligatorio per l’accesso a determinate professioni;
  • non si deve proseguire un’attività precedentemente svolta da un soggetto diverso i cui ricavi abbiano superato i limiti previsti per accedere al regime forfettario.

In tutti questi casi, non è possibile infatti godere della tassazione ridotta al 5% per i primi 5 anni, ma viene da subito applicata l’aliquota del 15%, tuttavia sempre più bassa rispetto agli scaglioni IRPEF adottati nel regime ordinario e semplificato.

A quali benefici si accede tramite il regime forfettario?

Bene, ora che sai cos’è il regime forfettario e come vi si può accedere veniamo alla parte più interessante, ovvero quella relativa alla sua convenienza.

Uno dei grandi vantaggi di questo regime fiscale rispetto agli altri è quello di una sostanziosa semplificazione gestionale e contabile.

Vediamo alcuni di questi vantaggi:

  • nessun obbligo di registrazione delle fatture;
  • esonero dall’obbligo della fatturazione elettronica;
  • niente invio dello spesometro;
  • niente studi di settore;
  • esonero dal pagamento dell’IRAP;
  • esonero dalle dichiarazioni IVA trimestrali e annuali.

Oltre a queste semplificazioni, sarai esente anche dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto.

Ciò significa che quando emetterai le fatture, dovrai inserire esclusivamente l’importo del tuo compenso, che incasserai al 100%.

Quindi non dovrai applicare la percentuale dell’IVA né la ritenuta d’acconto, che di fatto ti priva del 20% del compenso, parte che viene trattenuta dal tuo cliente e successivamente versata come anticipazione sulle tue imposte.

Da questo emerge anche un chiaro beneficio concorrenziale rispetto ai tuoi competitor che operano nel regime ordinario o semplificato, in quanto potrai essere decisamente più competitivo nelle tariffe rispetto a essi.

Ma l’aspetto che attira maggiormente del regime forfettario, manco a dirlo, è quello legato alle tasse.

Hai già letto che l’aliquota sostitutiva prevista in questo regime fiscale può essere del 5% per i primi 5 anni in caso di nuova partita IVA e del 15% in tutti gli altri casi.

Ma ora vediamo in che modo vengono calcolate le imposte.

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Come si calcolano le tasse?

Differentemente dagli altri regimi fiscali, quello agevolato prevede che il calcolo delle imposte avvenga appunto in maniera forfettaria (da qui il nome).

In che senso?

Lo Stato ha stabilito per ogni settore un coefficiente di redditività e, quando si pagano le tasse, bisogna far riferimento a esso per calcolare le aliquote del 5 o del 15%.

Per darti un’idea, vediamo alcuni coefficienti di redditività applicati a diverse professioni:

  • commercianti 40%
  • agenti di commercio 67%
  • artigiani 67%
  • professionisti non iscritti in camera di commercio 78%

Per capire come avviene il calcolo delle tasse facciamo un esempio pratico:

Ipotizziamo che tu apra la partita IVA come commerciante e sia idoneo alla flat tax del 5%.

Se durante il tuo primo anno di attività fatturerai 10.000 €, per calcolare quante tasse andrai a pagare non dovrai far altro che prendere in mano il tuo coefficiente di redditività e applicare a esso l’aliquota sostitutiva.

Dal momento che nel tuo caso il coefficiente è pari al 40% (4.000 €), l’importo da versare al fisco è di 200 €.

Ma facciamo ulteriore chiarezza a riguardo nel capitolo successivo, in cui andremo a parlare di come si possono scaricare le spese.

Come si calcolano le detrazioni fiscali nel regime forfettario?

Il coefficiente di redditività non va a determinare esclusivamente l’importo tassabile ma anche le spese forfettarie dell’attività.

Infatti la percentuale non calcolata per le imposte viene considerata dallo Stato come quella relativa alle spese deducibili che ogni tipo di attività affronta durante l’anno.

Parliamo di costi fissi di gestione come ad esempio il commercialista, l’acquisto di beni, le spese di cancelleria, eventuali spese per collaboratori, affitto, utenze, ecc.

Pertanto questo regime fiscale non prevede la possibilità di detrarre le spese effettive che affronti nello svolgimento della tua attività, ma vengono portate in detrazione in maniera automatica quelle dedotte dallo Stato, senza alcun bisogno di dimostrare di averle realmente sostenute.

Chiaro è che se i costi reali superano significativamente quelli forfettari, questo regime fiscale diventa svantaggioso.

Oltre ai costi forfettari, puoi però portare in detrazione dall’importo soggetto a tassazione anche i versamenti effettuati per i contributi previdenziali nell’anno precedente.

Riferendoci all’esempio precedente, dai 10.000 € di fatturato totale non andrai a scalare soltanto i 6.000 € corrispondenti ai costi forfettari, ma anche gli importi versati per i tuoi contributi l’anno prima.

Se ad esempio in quell’anno fiscale hai versato 600 €, dai 4.000 € stabiliti dal coefficiente di redditività potrai detrarre anche questa cifra, per cui pagherai imposte pari al 5% su 3.400 €.

I costi INPS per una partita IVA forfettaria.

Ma quali sono le spese relative ai contributi previdenziali in questo regime fiscale?

Vediamolo subito!

Se fai parte di una categoria con un albo di riferimento dovrai attenerti alle regolamentazioni interne a quella cassa previdenziale.

Se invece sei tenuto ad aprire una posizione INPS all’interno della Gestione Artigiani e Commercianti, puoi usufruire di una riduzione sui versamenti fissi pari al 35% rispetto agli altri regimi fiscali.

Relativamente alla previdenza, lo scenario più conveniente all’interno del regime forfettario è quello in cui un soggetto ha la possibilità d’iscriversi alla Gestione Separata INPS.

Questa infatti non ti obbliga a versare delle quote fisse annuali, ma richiede un versamento pari al 25,72% del reddito stabilito dal coefficiente di redditività.

Per farti capire in maniera chiara e limpida cosa comporta questa possibilità ipotizziamo che tu fatturi Zero durante l’anno.

Si tratta di una situazione che ha interessato diverse realtà durante la recente pandemia, quindi vogliamo fare un esempio estremo proprio per darti modo di notare le differenze.

Sotto la Gestione Artigiani e Commercianti pur non producendo utili, dovresti comunque versare per intero le quote fisse previste per i contributi previdenziali.

Con la Gestione Separata invece non dovresti versare assolutamente nulla, in quanto il 25,72% di 0 è… Zero!

Vuoi usufruire dei vantaggi del regime forfettario? Ecco come posso aiutarti!

Da ormai qualche anno svolgo un Servizio di Contabilità Online, dedicato nello specifico a chi, come te, desidera adottare il regime fiscale agevolato per la propria attività

Al contrario di quasi tutti i Commercialisti, che si occupano di svariati settori e spesso non riescono a restare aggiornati rispetto alle numerose modifiche legislative, io ho fatto una scelta diversa.

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  • abbonamento semestrale 217 euro (36 euro al mese),
  • abbonamento annuale 397 euro (33 euro al mese).

Se vuoi fissare una consulenza con me per passare al regime forfettario o aprire una nuova attività all’interno di questo regime fiscale, compila il form sul sito www.regime-forfettario.it.

Sarò io stesso a contattarti entro qualche ora per darti tutte le informazioni di cui hai bisogno!

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Ti ricordo che per qualsiasi tipo di considerazione hai la possibilità di commentare questo articolo.

P.S. Ho anche creato un Gruppo di discussione Facebook riguardante il Regime Forfettario, se vorrai prenderne parte, ti basterà cliccare qui per iscriverti.

A presto
Giampiero Teresi

Guarda il Video completo sul Regime Forfettario

Video Regime Forfettario

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