Impresa alimentare Domestica: come aprire Partita IVA

Adori cucinare e preparare pietanze per deliziare il palato dei tuoi commensali? Bene, allora sei capitato proprio nella guida giusta: aprire la Partita Iva per un’impresa alimentare domestica è sicuramente un ottimo metodo per conciliare un’attività lavorativa, in base alle proprie passioni. Un’impresa alimentare domestica, porta al raggiungimento di questo obiettivo.

Si deve fare particolare attenzione agli adempimenti di natura fiscale che dobbiamo tenere in considerazione durante l’iter di apertura di una microimpresa domestica che opera nel settore alimentare.

Infatti, è bene sapere sin da subito che avviare un’impresa alimentare domestica è una valida opportunità di business per vendere al pubblico le proprie torte, i propri biscotti e qualsiasi altra squisitezza dolce o salata.

Naturalmente, occorre seguire precise norme ed effettuare le pratiche necessarie per aprire la Partita IVA per svolgere l’attività in regola dal punto di vista fiscale e burocratico.

Aprire un’impresa alimentare domestica: quali attività svolge?

Aprire una Partita IVA per avviare un’impresa alimentare domestica significa svolgere un’attività che comprende diverse tipologie di produzione sotto il profilo alimentare.

Infatti, essa varia dalla produzione di dessert, alle varie marmellate e creme, fino ad arrivare a pietanze che possono essere consegnate da asporto. Le attività svolte da un’impresa alimentare domestica possono essere davvero molteplici, tutte legate al mondo della cucina.

È necessario rispettare ed applicare ad hoc tutte le norme igieniche e di pulizia dei vari prodotti e dell’ambiente cucina.

Chi può avviare un’impresa alimentare domestica?

L’attività può essere svolta da un qualunque soggetto, senza obbligo di essere in possesso di titoli di studio: sono per lo più le donne e i giovani con la passione per la cucina ad aprire una Partita IVA per svolgere l’attività di un’impresa alimentare domestica.

Ma, per ogni attività di business avere esperienza è un fattore non indifferente da dover tenere in considerazione, per garantire il successo e la durata della stessa nel tempo.

Questo, comunque, non pregiudica i neofiti che intendono cimentarsi nell’apertura di un’impresa alimentare domestica, visti i numerosissimi corsi di cucina che vengono presentati online o organizzati nelle città.

Per svolgere questa attività economica in maniera legale, è necessaria comunque una certificazione, con l’obbligo di frequentare dei corsi specifici relativi al settore alimentare.

Stiamo parlando di alimenti che possono essere venduti freschi o subire un processo di trasformazione, per cui sono regolamentati dal protocollo HACCP.

Anche la location dove si trasformano e si cucinano i cibi deve soddisfare degli standard qualitativi minimi. Per iniziare l’attività, dunque, bisognerà prima contattare l’ASL che possa verificare l’idoneità dei locali che intenderemo utilizzare per svolgere l’attività.

Potranno essere imposte modifiche strutturali che dovranno essere applicate alla cucina dell’abitazione per renderla consona agli standard nazionali vigenti nel momento della richiesta.

Inoltre, si dovrà visionare e rispettare i seguenti regolamenti, prima di aprire un’impresa alimentare domestica:

  • Regolamento CE 1169/2011 – etichettatura alimentare;
  • Regolamento CE 852/2004, allegato II, capitolo III – igiene dei prodotti alimentari;
  • Regolamento CE 178/2002 – rintracciabilità degli alimenti.

Come aprire la Partita IVA per avviare un’impresa alimentare domestica?

Aprire un’impresa alimentare domestica richiede l’adempimento degli stessi step necessari per aprire una qualsiasi altra Start up.

In ogni caso consiglio sempre di redigere un Business Plan per individuare gli obiettivi finanziari di medio-lungo termine.

Per avviare un’Impresa Domestica Alimentare occorre aprire la Partita IVA? Per dare formalmente inizio all’attività di business occorre registrarsi alla Camera di Commercio e aprire la posizione INPS, nella sezione relativa agli artigiani.

Oltre alla compilazione del Modello scaricabile dal sito dell’Agenzia dell’Entrate, per aprire un’impresa alimentare domestica bisognerà indicare il tipo di attività che andremo a svolgere, con i vari alimenti e pietanze che si prepareranno. Per questo, occorre comunicare il corretto Codice ATECO.

La presentazione della SCIA con annessa Notifica sanitaria consente l’avvio formale ed effettivo dell’attività.

Quale Regime fiscale conviene scegliere? La soluzione più conveniente è il Regime Forfettario che dall’inizio dell’anno 2019 prevede interessanti novità.

Regime Forfettario per Impresa Domestica Alimentare

Come anticipato, per il corrente anno 2019, conviene optare per il Regime Forfettario che rappresenta in questo momento l’unico regime fiscale vantaggioso esistente in Italia.

Il Regime Forfettario 2019 ha nell’esenzione dalla Ritenuta d’ Acconto, nell’esenzione dall’IVA e nella tassazione IRPEF più bassa i suoi vantaggi più importanti.

Presenta però delle restrizioni all’ingresso dato che solo certi contribuenti che posseggono determinati requisiti potranno avvalersene.

Il Regime Forfettario per impresa alimentare domestica prevede l’applicazione di una Flat tax introdotta con la nuova Legge di Bilancio 2019, che ha innalzato i limiti di fatturato a 65.000 euro annuali per accedervi, con un notevole risparmio di imposte.

Come già ti accennavo uno dei vantaggi più grandi del Regime Forfettario per un’impresa alimentare domestica è dato dalla sua tassazione agevolata: la tassazione IRPEF pari al 5% per i primi 5 anni, che diventerà poi 15% dal sesto anno in poi.

Piccola parentesi: da pochissimi giorni ho pubblicato il mio secondo libro.

Si chiama Regime Forfettario 2019 ed è un manuale che ti spiegherà tutto ciò che devi necessariamente sapere prima di aprire la tua Partita IVA. Ti spiegherò anche come risparmiare migliaia di Euro in tasse ogni anno. È in vendita esclusivamente su Amazon sia in versione cartacea (14,90 Euro) sia in versione Ebook (9,90 Euro)

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Impresa alimentare domestica: come farla funzionare?

Aprire la Partita IVA per avviare un’impresa alimentare domestica può essere un’ottima idea ed opportunità di guadagno.

Per il suo ottimale funzionamento nel tempo ci sono fattori da non trascurare. Il primo è stabilire un piano di obiettivi da raggiungere, che possa essere realistico, ciò incentiverà l’imprenditore a monitorare attentamente la gestione day-by-day.

Altro fattore è aumentare la tipologia di prodotti offerti, così da rendere il servizio più appetibile, tenendo sempre conto della normativa vigente per tipologia di servizio.

Un terzo fattore riguarda la necessità di conquistare l’attenzione della clientela e fidelizzare con quella già acquisita.

Inoltre, non dimentichiamo che avviare un’impresa alimentare domestica gode di notevoli incentivi per chi è disoccupato.

Costi impresa alimentare domestica

I costi sono molto esigui visto anche l’utilizzo di attrezzi ed elettrodomestici che possono essere già tra quelli presenti nella nostra cucina, senza doverne acquistare degli altri.

Un costo iniziale che comporta un esborso monetario non indifferente potrebbe essere quello volto ad apportare eventuali modifiche alla cucina per renderla conforme a quanto sancito dalla normativa vigente.

Per poter conoscere nel dettaglio tutti gli obblighi a cui potremmo essere soggetti, nonché le eventuali agevolazioni, è sempre bene rivolgersi ad un Commercialista di fiducia che saprà assisterci passo dopo passo nell’iter di apertura di una Partita IVA per avviare un’impresa alimentare domestica, nel pieno rispetto di tutte le norme di settore vigenti.

Ma, quanto costa il Commercialista per impresa alimentare domestica?

Costi Commercialista per Impresa alimentare domestica

Temi che il costo del servizio di consulenza del Commercialista possa erodere i tuoi guadagni? Beh, allora non hai ancora provato il mio Servizio online che comporta un esborso monetario di soli 39 Euro al mese se opti per l’abbonamento trimestrale, 36 euro al mese se opti per l’abbonamento semestrale, 33 euro al mese se opti per l’abbonamento annuale.

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A presto
Giampiero Teresi

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