Consulente per la sicurezza sul lavoro e Partita IVA: quale scegliere?

Vuoi svolgere questa professione in proprio ma non sai come muoverti? Ecco l’opzione più conveniente per te

Chi prende in considerazione l’idea di avviare una Partita IVA spesso brancola nel buio. Ogni anno, migliaia di persone si mettono in proprio senza conoscere minimamente il sistema fiscale e, spesso, si ritrovano a chiudere anzitempo. Per questo motivo è importante avere una mappa che dia una mano a orientarsi meglio.

In questo articolo scoprirai come aprire una Partita IVA da consulente per la sicurezza sul lavoro senza sbagliare neanche una mossa.

Come aprire la Partita IVA per svolgere servizi di consulenza tecnica per la sicurezza sul lavoro?

L’Italia è un Paese in cui legge e burocrazia spesso assomigliano agli amori di Venditti: fanno dei giri immensi e poi ritornano. Le regole vengono scritte, approvate, poi modificate, e il risultato è che i titolari di molte aziende si ritrovano a dover pagare multe a causa di un mancato aggiornamento dei documenti riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro.

Per questo motivo, è sempre più alta la richiesta di consulenti che si occupino di tali problematiche per conto di realtà lavorative di ogni genere. Se tu sei competente in materia e stai pensando di svolgere la professione di consulente per la sicurezza e l’igiene sul lavoro, devi sapere che dovrai necessariamente aprire una Partita IVA.

Questa operazione può essere portata a compimento in tempi brevi ed è gratuita. Per ottenere il numero di Partita IVA dovrai compilare un modulo, il Modello AA9/12, e presentarlo direttamente all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, oppure inviarlo tramite procedura telematica o raccomandata.

Cosa dovrai inserire in questo modulo?

Oltre ai tuoi dati fiscali e anagrafici, al nome della tua attività e al suo indirizzo, sarai tenuto a indicare il codice ATECO (per questo tipo di attività 74.90.21 o 74.90.29) e il regime fiscale. Quest’ultimo incide parecchio, sia dal punto di vista fiscale che amministrativo.

Leggi anche: Partita IVA dog sitter: questa la scelta più conveniente

In Italia abbiamo tre diversi tipi di inquadramento fiscale:

  • il regime ordinario;
  • il regime semplificato;
  • il regime forfettario.

Come ti suggerirebbe qualsiasi buon commercialista, faresti bene a considerare il regime forfettario, e ora ti spiegherò perché.

Consulenza e formazione per la sicurezza sul lavoro: perché scegliere il regime forfettario?

Aprire una Partita IVA a regime forfettario consente di operare in proprio sfruttando una serie di semplificazioni gestionali e agevolazioni di natura fiscale e contabile. Il che, detto papale papale, significa meno seccature e più soldi che rimangono nelle tue tasche.

Non tutti, però, possono adoperare questo regime fiscale. Per farlo, è necessario essere in possesso di determinati requisiti. I principali?

  • Rispettare il limite di fatturato annuo di 65.000 €.
  • Non avere un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 €.
  • Non superare il limite di 20.000 € per i costi per collaboratori e dipendenti.

Ma vediamo quali vantaggi potrai sfruttare aprendo una Partita IVA nel regime agevolato.

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L’esonero dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto è tra quelli più apprezzati in quanto, oltre ad alleggerire la contabilità, consente di risparmiare e di incassare sempre il 100% dei compensi. Con una Partita IVA forfettaria, inoltre, non dovrai inviare lo spesometro e sarai esonerato anche dall’obbligo di fatturazione elettronica.

Non solo.

Godrai anche di altri benefici, come l’esonero dagli studi di settore e dal pagamento dell’IRAP, nonché delle addizionali comunali e regionali. Prova a chiedere a qualsiasi titolare di Partita IVA attivo con un altro regime fiscale se farebbe volentieri a meno di tutti questi adempimenti.

Non ho dubbi su quale potrebbe essere la risposta. Chiunque farebbe carte false per risparmiarsi tutte queste rotture. Ma il vantaggio più importante lo scoprirai ora.

Tasse e contributi per un consulente nel regime forfettario

Vogliamo parlare di tassazione?

Immagino di sì, dato che quello delle imposte è un tema scottante per chi opera in proprio. Dico scottante perché chi lo tocca con mano rischia di farsi davvero male.

Le aliquote IRPEF che regolano il calcolo delle tasse nel regime ordinario e in quello semplificato provocano non poche notti insonni a migliaia di imprenditori e professionisti. Ma non a quelli che adottano il regime forfettario.

In questo regime fiscale non esistono scaglioni di reddito, bensì è prevista un’aliquota sostitutiva unica del 15%, con la possibilità di una riduzione al 5% durante i primi cinque anni per le nuove attività (se in possesso di alcuni requisiti). Una gran differenza rispetto a una tassazione minima del 23% che aumenta ulteriormente di pari passo con il reddito prodotto.

Nel regime forfettario, anche il calcolo dell’imponibile avviene diversamente. Lo Stato ha assegnato a ogni tipo di attività un coefficiente di redditività, in base al quale determinare il reddito lordo. Per un consulente per la sicurezza sul lavoro, questo coefficiente è del 78%.

Ciò significa che, a prescindere dalle spese reali che sosterrai, lo Stato considererà il 22% del tuo fatturato totale come “costi forfettari”. Pertanto, dovrai calcolare le imposte sul restante 78%.

Leggi anche: Quanto tempo serve per aprire una Partita IVA?

E per i contributi pensionistici?

Anche in questo caso dovrai fare riferimento al coefficiente di redditività. Poiché non esiste una cassa di riferimento per la tua professione, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS. Questa modalità di contribuzione ti esonera da qualsiasi quota fissa e prevede un versamento annuale corrispondente al 25,98% del tuo fatturato lordo.

In conclusione

Insomma, aprire una Partita IVA non è proprio un gioco da ragazzi, e una scelta sbagliata all’inizio potrebbe rivelarsi fatale.

Affidandoti a un commercialista tradizionale, che molto spesso fa tutto e male, rischieresti di perdere il treno del regime forfettario per una disattenzione o perché magari è fermo alle normative di un anno fa. Vorresti avere al tuo fianco uno specialista di questo regime fiscale, che ne conosca ogni virgola e le diverse casistiche?

Bene, in questo caso entro definitivamente in scena.

Devi sapere che da parecchi anni, ormai, ho deciso di dedicarmi esclusivamente al regime forfettario e di offrire consulenza fiscale e contabile a chi opera in questo regime fiscale. Se hai bisogno di informazioni più dettagliate su questo argomento, contattami.

Compila il Form di Contatto sul mio sito internet www.regime-forfettario.it.

Sarò io stesso a richiamarti dopo qualche ora per cercare di chiarirti qualsiasi dubbio (tariffe comprese).

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Ti ricordo che per qualsiasi tipo di considerazione, hai la possibilità di commentare questo articolo.

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A presto
Giampiero Teresi

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