Cosa si può scaricare con il Regime Forfettario? Facciamo chiarezza.

Ecco quali sono le spese detraibili e come vengono calcolate.

Chiunque decida di aprire una Partita IVA è portato a porsi una domanda molto importante, specie in ottica di tassazione, ovvero: “Quali spese posso scaricare durante l’anno?“.

Sia che tu abbia già provveduto ad aprire una Partita IVA forfettaria, sia che stia attraversando quella fase di studio e di valutazione durante la quale si cercano informazioni su come aprire una partita Iva online, è probabile che ti sia posto anche questa domanda.

In questo articolo troverai tutte le risposte in merito a questo aspetto importantissimo.

Continua a leggere!

Come vengono calcolate le spese nel regime forfettario.

Scaricare le spese è un’operazione molto importante per un titolare di Partita IVA.

Nella conduzione di un’attività, infatti, si rende necessario affrontare diversi costi durante l’anno, ad esempio per l’acquisto di beni strumentali, per pagare uno o più collaboratori, per spostarsi in auto per raggiungere il tuo ufficio o negozio, ecc.

Chi sceglie il regime forfettario gode di una serie di vantaggi fiscali e gestionali notevoli, ma come si deve comportare in relazione allo scarico delle spese?

Devi sapere che lo Stato ha elaborato un sistema unico per determinare l’entità dei costi scaricabili per le Partite IVA operanti con questo regime fiscale.

Nel regime forfettario, infatti, lo Stato ha introdotto i Coefficienti di Redditività, variabili in base al tipo di attività svolta, che determinano in misura percentuale e su base ipotetica il totale imponibile e i costi di una Partita IVA.

Ciò significa che tutti i costi sostenuti da un professionista o da un autonomo non vengono scaricati dal fatturato totale uno ad uno, bensì vengono calcolati in maniera forfettaria.

Prendiamo come esempio un libero professionista, la cui categoria rientra in un coefficiente di redditività del 78%.

Egli non dovrà dimostrare quali spese ha sostenuto durante l’anno, a fronte di un fatturato totale di 10.000 €, in quanto lo Stato stabilisce in maniera del tutto ipotetica che per quel genere di attività i costi corrispondono al 22% delle entrate.

Pertanto le spese reali non verranno prese in considerazione, in quanto per il calcolo delle imposte si fa fede al coefficiente di redditività, che di fatto le scarica in maniera automatica.

Cosa non puoi scaricare in questo regime fiscale.

Poiché i costi sostenuti da un’attività vengono portati in detrazione mediante questo meccanismo, non è possibile scaricare uscite come:

  • eventuale affitto della sede dell’attività e relative utenze;
  • acquisto di macchinari, materie prime, o qualsiasi bene utile all’attività;
  • spese per dipendenti o collaboratori;
  • spese di trasporto, spostamenti, vitto e alloggio per trasferte, ecc.

Nel regime forfettario, inoltre, non è possibile usufruire di tutte le detrazioni e deduzioni personali utilizzabili ad esempio nel Modello 730 o nel regime ordinario o semplificato.

È impossibile, quindi, dedurre eventuali:

  • detrazioni per figli o familiari a carico;
  • spese mediche o veterinarie;
  • spese per assicurazioni personali;
  • spese di interessi per mutuo, ristrutturazioni, ecc.

Uno scenario simile può sembrare limitante, ma in realtà tutte queste restrizioni hanno una logica.

Nel regime forfettario l’aliquota IRPEF è già ridotta nella percentuale del 5% per i primi 5 anni e del 15% dal sesto anno in poi, a fronte di un’aliquota IRPEF negli altri regimi fiscali compresa tra il 23% e il 42%.

Data la percentuale di tassazione già esigua, lo Stato non permette alcuna detrazione o deduzione sull’ IRPEF del regime forfettario.

Esistono però delle eccezioni.

Tutti i titolari di Partita IVA forfettaria in possesso di un secondo reddito IRPEF, ad esempio da lavoro dipendente, da pensione, da affitti o da prestazione occasionale, possono continuare a godere di tutte le deduzioni o detrazioni citate in precedenza.

Per farlo è sufficiente scaricare tutte queste spese applicandole a questo tipo di reddito.

Scaricare i contributi INPS nel regime forfettario.

Dal tuo fatturato annuale, oltre ai costi forfettari, puoi detrarre anche i contributi previdenziali versati all’INPS o al tuo albo di riferimento durante l’anno d’imposta.

Tutti i commerciati e gli artigiani, ad esempio, possono portare in detrazione i contributi minimali pagati trimestralmente alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, così come i contributi eccedenti il minimale.

Anche i professionisti iscritti a un albo professionale possono portare in detrazione i versamenti del Contributo Soggettivo e del Contributo Integrativo versati alla propria cassa di riferimento. 

Allo stesso modo, anche ai professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS è concessa la detrazione dei contributi versati.

Questo significa che puoi abbattere ulteriormente l’imponibile, purché gli importi vengano versati durante l’anno d’imposta di riferimento.

Se ad esempio sei un professionista iscritto alla Gestione Separata e durante il primo anno di attività non versi alcun contributo, in quanto il primo versamento ti viene richiesto a giugno dell’anno successivo, per quell’anno fiscale non puoi detrarre nulla oltre ai costi forfettari.

Solo dall’anno successivo potrai portare in detrazione gli importi relativi ai versamenti previdenziali.

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Ti ricordo che per qualsiasi tipo di considerazione, hai la possibilità di commentare questo articolo.

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A presto
Giampiero Teresi

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