“Cosa succede se non pago le tasse?” Ecco le conseguenze

Vediamo quali sono le sanzioni per chi non paga le tasse

Le tasse, che piaccia o no, vanno pagate. Su questo non ci piove. Purtroppo, però, quando si decide di aprire Partita IVA e condurre un’attività in proprio può capitare di dimenticare di effettuare un pagamento tramite modello F24 o, addirittura, di non poter pagare.

In questo articolo ti dirò cosa implica l’omissione dei versamenti all’erario e ti suggerirò una strada per evitare sanzioni troppo alte in caso di ritardato pagamento.

Ecco cosa fa l’Agenzia delle Entrate se non paghi gli F24

I motivi per cui ci si ritrova a non pagare le tasse – esclusi, naturalmente, i casi di chi non vuole pagarle volutamente (a suo rischio e pericolo) – possono essere diversi. Magari si è presi da altri problemi e ci si dimentica di una scadenza. Oppure, semplicemente, a causa di un periodo di magra non si ha la disponibilità economica per provvedere a saldare gli adempimenti fiscali con lo Stato.

In entrambi i casi, si diventa debitori nei confronti dell’erario. E l’Agenzia delle Entrate, naturalmente, non rimane a guardare.

Quando trascorre circa un anno dalla scadenza di un’imposta, l’ente provvede all’invio di una comunicazione che intima il pagamento delle tasse non versate. Questa comunicazione, chiamata ‘avviso bonario’, include la cifra esatta dell’omesso versamento con l’aggiunta del 10% di sanzioni e di una percentuale di interessi che va dall’1,25% all’1,50%.

Il saldo viene richiesto entro un lasso di tempo ben preciso (solitamente 30 giorni). Tuttavia, se non si ha la possibilità di pagare l’intera somma di denaro, si può chiedere una dilazione fino a un massimo di 60 rate mensili.

Leggi anche: Partita IVA e lavoro dipendente: quante tasse si pagano?

Cosa rischia chi non paga le tasse dopo l’avviso bonario

Quando l’avviso bonario viene ignorato e un titolare di Partita IVA forfettaria, ordinaria o semplificata non provvede a regolarizzare la propria situazione con il fisco né tramite un pagamento unico né tramite una richiesta di rateazione, l’Agenzia delle Entrate tira fuori l’artiglieria. Un tempo l’ente incaricato alla riscossione esattoriale era Equitalia; ora, le cartelle vengono inviate dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Parliamoci chiaro: cambia il nome, ma non la sostanza. Il livello successivo prevede l’invio di una cartella esattoriale che include l’importo relativo al debito maturato più le sanzioni, non più del 10% bensì del 30%! A questa ammenda si aggiungono anche gli interessi e gli oneri di riscossione.

È abbastanza evidente come protrarre la situazione debitoria fino a questo punto sia piuttosto deleterio. L’aumento delle sanzioni, infatti, è sostanzioso e ci si ritrova a dover pagare molto di più rispetto a quanto si farebbe onorando l’avviso bonario. Purtroppo, però, se un periodo di crisi dura a lungo e non si ha la certezza di poter pagare gli importi dovuti nemmeno a rate, si opta per attendere questa sorta di ultima spiaggia.

Anche in questo caso, è possibile rateizzare il pagamento fino a 72 scadenze mensili.

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Non hai pagato le tasse? Puoi rimediare con il ravvedimento operoso

Finora abbiamo visto cosa accade quando le tasse non vengono pagate e l’Agenzia delle Entrate fa il suo dovere con puntualità svizzera. Devi sapere, però, che esiste un’alternativa meno dolorosa per saldare le imposte in ritardo. Mai sentito parlare del ravvedimento operoso?

Questo non è altro che un pagamento che il contribuente decide di effettuare al fisco prima che l’Agenzia invii un avviso bonario o una cartella esattoriale. Così facendo, regolarizzerai i tuoi inadempimenti in maniera spontanea e con sanzioni più basse.

A seconda del periodo trascorso dalla naturale scadenza di un pagamento, effettuerai ravvedimenti diversi tra loro. Vediamo quali sono e quali sanzioni prevedono:

  • ravvedimento sprint, da 1 a 14 giorni di ritardo con sanzioni allo 0,1% giornaliero e interessi all’1,5%;
  • ravvedimento breve, da 15 a 30 giorni di ritardo con sanzioni all’1,5% e interessi all’1,25%;
  • ravvedimento intermedio, da 30 a 90 giorni di ritardo con sanzioni all’1,67% e interessi all’1,25%;
  • ravvedimento lungo, da 90 giorni a un anno di ritardo con sanzioni al 3,75% e interessi all’1,25%;

Dopo un anno, come abbiamo detto, solitamente l’Agenzia delle Entrate si mette in moto e potrebbe inviare l’avviso bonario. Tuttavia, se tu riesci a saldare il debito prima che lo faccia e prima di effettuare la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, dovrai adottare il ravvedimento biennale che prevede il 4,29% di sanzioni e l’1,25% di interessi.

Qualora dopo 2 anni di ritardo l’Agenzia non avesse ancora provveduto a inviarti alcun avviso bonario, avrai un’ultima possibilità: il ravvedimento lunghissimo, con sanzioni al 5% e interessi sempre all’1,25%.

Leggi anche: Il calcolo delle tasse nel regime forfettario

In conclusione

In questo articolo ho cercato di fare chiarezza su cosa ti aspetta se per qualsiasi motivo non paghi le tasse e ti ho spiegato come provvedere a saldare questo genere di debiti in maniera autonoma.

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A presto
Giampiero Teresi

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