Contributi INPS regime forfettario: come calcolarli

Scopri in base a quali criteri andrai a versare i contributi previdenziali nel regime agevolato.

Se stai cercando chiarimenti su come aprire una Partita IVA online perché sei interessato ad avviare un’attività in proprio, o se magari hai già preso la decisione di aprire Partita IVA, optando per il regime agevolato, sarai certamente curioso di sapere quali sono i contributi che dovrai versare.

Se decidi di aprire una partita IVA forfettaria dovrai obbligatoriamente provvedere a questo aspetto gestionale, e potrai farlo in diverse modalità, a seconda del tipo di attività svolta.

Senza indugiare, quindi, andiamo a scoprire come dovrai versare i contributi e quando dovrai pagare le scadenze INPS.

I contributi INPS nella Gestione Separata.

In tutti i casi in cui un’attività non sia riferibile a un albo o a una cassa previdenziale di riferimento, si rende obbligatoria l’iscrizione all’INPS. Tuttavia, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non gestisce i contributi delle Partite IVA tramite un unico canale, ma scinde le categorie e il modo in cui vengono regolamentate.

Tutte quelle categorie di liberi professionisti non regolamentati e non appartenenti a un ordine professionale, devono iscriversi alla Gestione Separata INPS. Pensiamo a figure professionali come il copywriter freelance, il wedding planner, il social media manager.

Questo scenario è senza dubbio il più vantaggioso per chi opera nel regime forfettario. Infatti non esistono quote fisse e i contributi vengono versati esclusivamente in base ai ricavi effettivi. La percentuale da destinare alla previdenza sociale è fissata al 25,72%, e viene calcolata sul reddito lordo che emerge in base al coefficiente di redditività.

Il coefficiente di redditività determina il totale imponibile e, automaticamente, anche i costi forfettari ipotizzati dallo Stato per ogni tipo di attività. Facciamo un esempio di calcolo per semplificarti la comprensione di tale meccanismo.

Mettiamo caso che il coefficiente di redditività relativo al tuo codice Ateco sia del 78%. È implicito che il restante 22% sia la percentuale del tuo fatturato totale che lo Stato configura come costi forfettari necessari a sostenere la tua attività durante l’anno. Pertanto i contributi, così come le imposte, vengono calcolati solo sul 78% delle tue entrate complessive.

Quindi, se dovessi fatturare 20.000 €, dovrai scalare automaticamente i costi forfettari (4.400 €) e calcolare il 25,72% sul tuo fatturato lordo (15.600 €). Il risultato è 4.012,32 €. Questo è l’importo che dovrai versare all’INPS per il tuo fondo pensionistico.

La Gestione Separata si paga in due tranche, una entro il 30 giugno e l’altra entro il 30 novembre.

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I contributi INPS nella Gestione Artigiani e Commercianti.

Tutti coloro i quali operano nell’ambito del commercio e nel mondo dell’artigianato (ad esempio panettieri, orafi, falegnami, ecc) sono obbligati a iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS.

Differentemente dalla Gestione Separata, in questo caso i versamenti comprendono delle quote fisse e delle quote variabili.

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I versamenti delle quote minimali devono rispettare le seguenti scadenze:

  • prima rata il 16 maggio;
  • seconda rata il 20 agosto;
  • terza rata il 16 novembre;
  • quarta rata il 16 febbraio dell’anno dopo.

Se i ricavi sforano rispetto alla soglia dei 15.710 €, tutto ciò che eccede rispetto a questo minimale sarà soggetto a un versamento supplementare.

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Per i commercianti, il versamento viene calcolato in questo modo:

  • il 21,09% per chi ha meno di 21 anni;
  • il 24,09% per chi supera i 21 anni.

Per quanto riguarda gli artigiani, invece, le percentuali delle quote massimali sono:

  • 21% per gli under 21;
  • 24% per gli over 21.

Per chi è iscritto a questo tipo di gestione previdenziale nel regime forfettario, esiste la possibilità di richiedere una riduzione del 35% delle quote contributive.

Questo genere di richiesta può essere fatto entro il 28 febbraio di ogni anno e riguarda sia le quote fisse che quelle variabili.

Naturalmente, è bene precisare che presentando tale richiesta, la contribuzione non coprirà l’intero anno, ma solamente otto mesi.

Quindi, adottando una simile strategia, si abbattono le spese previdenziali nell’immediato, ma al contempo si ritarderà il raggiungimento della quota contributiva che garantisce il diritto alla pensione.

I contributi INPS per i professionisti con cassa di riferimento.

Vediamo ora come è regolamentata la contribuzione dei professionisti con cassa previdenziale. Per questa categoria, c’è la possibilità di portare in deduzione tutti gli importi versati a titolo di contributi previdenziali.

Ma come vengono calcolati questi importi?

Beh, per saperlo è necessario rivolgersi direttamente alla propria cassa di appartenenza, in quanto ognuna di esse si distingue per parametri e importi. Possiamo dirti, però, che in linea di massima, i liberi professionisti con cassa son tenuti al pagamento dei contributi in diverse forme.

Il contributo soggettivo, ad esempio, viene calcolato in proporzione al reddito dell’anno d’imposta precedente e in base a quanto dichiarato alla propria cassa previdenziale nel modulo della dichiarazione dei redditi.

Il contributo integrativo, invece, è calcolato in percentuale al volume di affari, e può essere ulteriormente integrato anche su base volontaria.

Allo stesso modo, è possibile versare un contributo di maternità a copertura di una eventuale maternità di una professionista donna.

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In conclusione.

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A presto
Giampiero Teresi

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