Prestazione occasionale 2022: novità per lavorare senza Partita IVA

Ecco cosa cambia in merito a questo strumento di lavoro

Usare la prestazione occasionale senza sapere quali sono le sue regole potrebbe causarti problemi di vario genere. Poiché negli anni si è largamente abusato di questo strumento, lo Stato ha intensificato i controlli e ha recentemente modificato le sue modalità di utilizzo.

Nelle prossime righe ti parlerò delle ultime novità introdotte per l’anno 2022 e chiarirò le regole generali della prestazione occasionale.

La comunicazione preventiva: nuova regola per la prestazione occasionale

Lo strumento della prestazione occasionale non ha subito modifiche sostanziali, anche perché le sue regole sono già sufficientemente limitanti. Tuttavia il governo, proprio a causa dei numerosi abusi di questa modalità di lavoro, ha voluto introdurre un nuovo passaggio nell’iter di utilizzo della prestazione occasionale.

Si tratta della comunicazione preventiva, misura sancita dal Decreto Legislativo n. 146 del 2021. In cosa consiste? Rispetto a quanto accadeva prima, a partire dal 21 dicembre 2021 un committente che vuole avvalersi della collaborazione di un lavoratore autonomo occasionale e utilizzare questo strumento è obbligato a comunicare tale prestazione prima che essa abbia inizio.

Questa comunicazione deve essere inoltrata all’ufficio territoriale dell’Ispettorato del Lavoro del luogo in cui si svolgerà la prestazione lavorativa (non in quello in cui ha sede l’attività del committente). In attesa che l’ente si attrezzi con un indirizzo PEC apposito, l’avviso deve essere spedito via mail all’indirizzo indicato nel sito Internet dell’Ispettorato.

All’interno della comunicazione preventiva occorre indicare:

  • i dati personali e fiscali delle due parti (committente e prestatore d’opera);
  • il luogo in cui avrà luogo la prestazione;
  • la data di inizio del lavoro e la sua durata;
  • la descrizione della prestazione lavorativa;
  • il compenso pattuito.

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Una misura, questa, che mira a dissuadere l’utilizzo improprio della prestazione occasionale attraverso un maggiore controllo e sanzioni pesanti in caso di omessa comunicazione. Le multe, in questo caso, vanno dai 500 € ai 2.500 €.

Quante prestazioni occasionali si possono fare in un anno e quali sono i limiti di questo strumento

Se non hai mai operato con tale strumento o lo hai fatto senza avere la certezza di conoscerne tutti i limiti e le regole, ti sarà utile leggere le prossime righe. Sebbene le regole operative non siano cambiate, voglio comunque ricordartele in modo tale che tu capisca in quali casi abbia senso usare la prestazione occasionale e in quali sia opportuno valutare l’ipotesi di aprire una Partita IVA.

Tanto per cominciare, facciamo chiarezza sulla quantità di prestazioni occasionali svolgibili durante l’anno e sulla loro durata. Nel corso di un anno fiscale, un lavoratore può svolgere una sola prestazione per lo stesso committente; non esistono, invece, limitazioni al numero totale di prestazioni purché queste rispettino un limite temporale (massimo 30 giorni consecutivi) e retributivo (una singola prestazione non può superare 5.000 € di compenso).

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Tuttavia c’è un altro limite – a mio avviso sottovalutato – di cui dovresti essere a conoscenza: chi utilizza la prestazione occasionale non può promuovere in alcun modo la propria attività. Dunque non potrai possedere un sito Internet né una pagina Facebook, così come non potrai pubblicizzare il tuo lavoro con spot radiofonici, televisivi o cartacei. Niente pubblicità su giornali e riviste, niente volantini, niente biglietti da visita.

Insomma, l’unico strumento a tua disposizione sarà il passaparola. Decisamente limitante, non credi? Certo, se tu hai altre fonti di reddito e desideri sfruttare la prestazione occasionale per arrotondare il tuo stipendio, questa può essere una buona soluzione; in caso contrario, alla luce delle regole che ti ho esposto, faresti bene ad aprire una Partita IVA. A tal proposito, in virtù dei numerosi vantaggi che essa include, ti consiglio di valutare la Partita IVA a regime forfettario.

Hai bisogno di schiarirti ulteriormente le idee? In tal caso potrebbe risultare utile sapere come si compila una ricevuta di prestazione occasionale e, soprattutto, come funziona la tassazione per i ricavi che ottieni dalle varie prestazioni. Te ne parlo nel prossimo paragrafo.

Come si compila una ricevuta di prestazione occasionale e come ci si regola con le tasse

La compilazione di una ricevuta di prestazione occasionale non è molto diversa da quella di una fattura: nel documento, che dovrà essere datato e numerato, dovrai inserire i tuoi dati, quelli del committente, indicare il tipo di prestazione svolta e il tuo compenso.

In base alla tipologia di committente, quest’ultimo aspetto può essere soggetto a ritenuta d’acconto. Nella fattispecie, se la prestazione occasionale viene eseguita per un titolare di Partita IVA, devi specificare il tuo compenso totale e applicare una trattenuta del 20%. Per quale motivo? Il committente, in questi casi, agisce come sostituto di imposta e versa il 20% del tuo compenso al fisco (come anticipo della tua tassazione) nel mese successivo all’emissione del documento.

Se, invece, lavori per un soggetto privato o estero, non è prevista alcuna trattenuta.

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In merito alle tasse, devi sapere che nel caso in cui il tuo unico reddito fosse quello proveniente dalle prestazioni occasionali e questo non superasse il limite di 5.000 €, non pagherai alcuna imposta. In uno scenario simile, le ritenute d’acconto già versate possono essere recuperate con una richiesta di rimborso diretto o con l’assegnazione di un credito di imposta. Per farlo, però, dovrai presentare all’Agenzia delle Entrate la tua dichiarazione dei redditi.

Se le prestazioni occasionali producono un reddito aggiuntivo, questo farà accumulo con gli altri redditi da te percepiti, ed eventuali importi già versati tramite ritenuta d’acconto verranno scalati dalle tasse. Tieni conto, però, che in questo modo il tuo reddito da prestazione occasionale sarà soggetto alla tassazione prevista dagli scaglioni IRPEF, che partono da un’aliquota minima del 23%.

Operando con il regime forfettario, invece, avresti una tassazione del 5% per i primi cinque anni di attività e del 15% dal sesto in poi e, quantomeno su un reddito, andresti ad abbattere il carico fiscale.

In conclusione

In questo articolo ti ho esposto la novità sulla prestazione occasionale introdotta per il 2022 e ti ho spiegato in maniera semplice il funzionamento di questo strumento di lavoro. Se pensi che i suoi limiti e i suoi aspetti burocratici non vadano incontro ai tuoi interessi e sei interessata/o ad aprire una Partita IVA forfettaria, io sono a tua disposizione.

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A presto
Giampiero Teresi

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