Regime Forfettario per Consulente Informatico: come funziona?

Sei un professionista che si occupa di consulenza informatica? Ecco come lavorare in proprio a condizioni vantaggiose

Fare il consulente informatico con Partita IVA potrebbe darti ottimi guadagni ma, nel contempo, esporti a diversi problemi. Se non conosci bene le leggi in materia fiscale andrai incontro al rischio di pagare tasse troppo alte, vanificando – così – i tuoi sforzi.

Fortunatamente esiste un modo per lavorare in proprio limitando l’entità degli adempimenti fiscali in maniera del tutto legale. In questo articolo ti parlerò del regime forfettario e dei vantaggi che ti darà se sceglierai di adottarlo per svolgere la professione di consulente informatico freelance.

Consulente informatico senza Partita IVA? Non sempre è possibile

Se stai pensando di lavorare in proprio come consulente informatico, devi sapere che non sempre sei tenuto/a ad aprire la Partita IVA. In alcuni casi, infatti, è possibile sfruttare uno strumento chiamato ‘prestazione occasionale‘. Se ti capita di collaborare saltuariamente con aziende o privati che necessitano di una consulenza, la prestazione occasionale è un’opzione che potresti prendere in esame.

Tuttavia, l’utilizzo di questo strumento è legato al rispetto di alcune regole piuttosto limitanti. Nello specifico, non potrai lavorare per più di 30 giorni di fila, non potrai collaborare con lo stesso cliente più di una volta all’anno e non potrai pubblicizzare la tua attività in alcun modo.

Appare evidente, dunque, che la prestazione occasionale può essere utile a chi ha già un impiego e desidera arrotondare lo stipendio con qualche collaborazione. Se invece hai intenzione di svolgere questa professione in maniera continuativa, l’apertura della Partita IVA rappresenta l’unica strada per agire in regola con il fisco.

Leggi anche: Partita IVA da segretaria: aprila in regime forfettario

Apertura della Partita IVA da consulente informatico: occhio al codice ATECO e al regime fiscale

Lavorare in proprio spaventa molte persone perché include diversi obblighi contabili e gestionali, nonché spese di varia natura. Tuttavia, dal 2016 in Italia esiste la possibilità di adottare un regime fiscale agevolato: il regime forfettario.

La scelta del regime fiscale viene fatta al momento della richiesta del numero di Partita IVA, operazione gratuita e dai tempi rapidi. Nonostante sia possibile presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate autonomamente, è consigliabile rivolgersi a un commercialista. Questa figura professionale, infatti, non solo può analizzare il tuo progetto imprenditoriale e suggerirti in che modo pianificare l’avviamento della tua attività, ma può aiutarti a compilare correttamente il modulo per l’apertura della Partita IVA.

In particolare, ti indicherà quale codice ATECO scegliere per svolgere la tua professione (in caso di controlli, anche il minimo errore può costarti una multa salata) e, soprattutto, il regime fiscale più conveniente per te. Poco fa ho fatto cenno alla Partita IVA forfettaria, che è una soluzione molto conveniente per chi inizia a lavorare in proprio.

Devi sapere, però, che non sempre è possibile usufruire dei suoi vantaggi.

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I requisiti principali per adottare il regime forfettario nell’attività di consulente informatico

Il principio vincolante del regime forfettario è indubbiamente il limite di fatturato annuale. Rispettarlo è fondamentale per poter godere delle numerose agevolazioni fiscali e semplificazioni gestionali. Chi decide di aprire una Partita IVA a regime forfettario, dunque, deve essere consapevole di non poter produrre un fatturato totale annuo superiore a 65.000 €.

Ok, ma cosa accade se la mia attività ingrana e supero questa cifra? Subirò delle sanzioni?

Assolutamente no! Fino al 31 dicembre dell’anno fiscale in corso continuerai ad adottare questo regime fiscale. A partire dal 1° gennaio, però, dovrai dirgli addio e passare obbligatoriamente al regime ordinario o semplificato.

Un altro requisito importante per poter adoperare il regime forfettario è rappresentato dal limite reddituale in caso di rapporto di lavoro subordinato attivo. Se lavori come dipendente e, contemporaneamente al tuo impiego principale, vuoi svolgere la professione di consulente informatico freelance, potrai adottare il regime forfettario solo se il tuo reddito non supera i 30.000 € lordi annui. Naturalmente, se prima di aprire la Partita IVA il rapporto di lavoro subordinato è stato interrotto, questa clausola viene meno.

C’è anche un altro vincolo che dovresti conoscere: quello relativo al limite di spese per dipendenti e collaboratori. Durante l’anno, non potrai spendere più di 20.000 € per pagare il personale. Se dovessi sforare questo limite, dall’anno successivo non potrai più adottare il regime forfettario.

Leggi anche: Partita IVA per hostess e promoter: come aprirla e quale regime fiscale scegliere

Consulente informatico: calcolo delle tasse e inquadramento INPS nel regime forfettario

Bene. È giunto il momento di parlare dei vantaggi di questo regime fiscale, e non posso che iniziare dall’aspetto più conveniente: la tassazione. Diversamente da quanto accade nel regime ordinario e semplificato, in cui le tasse vengono versate in base agli scaglioni reddituali IRPEF, nel forfettario l’aliquota delle imposte è fissa.

La flat tax del regime agevolato è la più bassa d’Italia e corrisponde al 15% sul fatturato lordo. Non solo. Per le nuove attività che scelgono di aprire una Partita IVA forfettaria, l’aliquota sostitutiva fissa è del 5% per i primi cinque anni (solo dal sesto inizierai a versare il 15%).

Inoltre, per calcolare l’imponibile non dovrai dedurre i costi aziendali perché questi verranno scalati automaticamente in base al tuo coefficiente di redditività, un valore percentuale che lo Stato ha assegnato a ogni codice ATECO. Nel tuo caso, questo valore è del 67%. Ciò significa che verserai le imposte sul 67% dei tuoi incassi totali.

Per quanto riguarda i contributi previdenziali, invece, poiché la tua professione non ha una cassa di riferimento, dovrai effettuare l’iscrizione all’INPS con la gestione separata. Questa cassa prevede il versamento del 26,23% del tuo fatturato lordo ed è priva di quote fisse. Paradossalmente, se non dovessi fatturare nulla, non dovrai versare nemmeno 1 € di contributi.

Un’altra cosa che devi sapere è che nel regime forfettario godrai anche di una serie di semplificazioni contabili e agevolazioni. Le principali sono:

  • l’esenzione dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto;
  • l’esonero dalla fatturazione elettronica;
  • l’esonero dallo spesometro;
  • l’esenzione dal pagamento dell’IRAP;
  • l’esenzione dal versamento delle addizionali comunali e regionali;
  • l’esonero dagli studi di settore e dal modello ISEE;
  • l’esonero dalla registrazione delle fatture e dei corrispettivi.

Insomma, alla fine della fiera ti rimarranno molti più soldi in tasca e avrai meno rogne burocratiche a cui pensare.

In conclusione

Alla luce di quanto hai appena letto, immagino tu voglia avere maggiori dettagli su questo regime fiscale e sapere se possiedi tutti i requisiti per poterlo adottare. Bene, non ti resta che contattarmi. Da diversi anni mi dedico esclusivamente al regime forfettario e offro un servizio di consulenza fiscale online ad abbonamento.

Compila il Form di Contatto sul mio sito internet www.regime-forfettario.it. Sarò io stesso a richiamarti nel giro di qualche ora per chiarire qualsiasi dubbio (tariffe comprese).

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Ti ricordo che, per qualsiasi tipo di considerazione, hai la possibilità di commentare questo articolo.

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A presto
Giampiero Teresi

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