Apertura Partita IVA elettricista: ecco cosa devi sapere

Una breve guida per chi desidera svolgere questo mestiere in proprio con le migliori condizioni fiscali

Lavorare con Partita IVA in Italia è rischioso quanto far maneggiare una presa 380V a un bambino. (No… Non è esattamente un pezzo delle costruzioni Lego)

Se non conosci le possibilità a tua disposizione a livello fiscale, potresti andare incontro a situazioni molto spiacevoli e guadagnare meno di quanto guadagni ora da dipendente. Per aprire una Partita IVA da elettricista è importante avere le idee chiare e fare le mosse corrette.

In questo articolo ti spiegherò come avviare la tua attività in totale sicurezza.

Quali sono i requisiti per aprire una Partita IVA da elettricista?

Il mestiere dell’elettricista include una certa responsabilità e non può essere svolto senza adeguate competenze. Insomma, a differenza di altri casi, in cui non è necessario avere particolari competenze, non ci si può svegliare una mattina, guardarsi allo specchio e dire: “Sai che c’è? Ho deciso di aprire la Partita IVA e di fare l’elettricista“.

Per poter fare questo passo è necessario essere in possesso di determinati requisiti professionali, che puoi soddisfare avendo lavorato da dipendente presso una ditta o un’azienda attiva in questo ambito per un dato periodo, oppure avendo ottenuto una qualifica o un titolo di studio inerente al settore.

Ad ogni modo, se stai cercando informazioni riguardo all’apertura della Partita IVA presumo che tu abbia le carte in regola per svolgere questa professione, dunque vediamo subito quali passi dovrai muovere per realizzare questo tuo desiderio.

Come si apre la Partita IVA da elettricista e quali sono i costi

Ci tengo a tranquillizzarti immediatamente su un aspetto che, per forza di cose, incuriosisce chiunque approcci all’idea di mettersi in proprio, ovvero il costo dell’apertura della Partita IVA: l’operazione in sé è assolutamente gratuita.

È ovvio invece che il possesso di una Partita IVA implichi diversi adempimenti e costi che dovrai affrontare, ma di questo ti parlerò tra poco. In questo paragrafo voglio chiarire come bisogna agire per richiedere questo codice numerico di undici cifre.

Si tratta di un’operazione che puoi eseguire anche in prima persona: ti basterà scaricare un modulo da Internet, il modello AA9/12, compilare tutte le sezioni che ti riguardano, e inoltrarlo all’Agenzia delle Entrate recandoti direttamente presso un ufficio territoriale o inviandolo tramite raccomandata A/R. Il suggerimento che ti dò è di optare per la terza via (quella più diffusa e saggia), ovvero di affidarti a un bravo commercialista, che avrà cura di inoltrare la tua domanda per via telematica.

Leggi anche: Apertura della Partita IVA da tecnico di radiologia: i vantaggi del regime forfettario

In questo modo l’operazione sarà più rapida, ma soprattutto più sicura: un professionista esperto in materia fiscale saprà darti dei consigli preziosi e guidarti nella compilazione del modello AA9/12, evitando il rischio che tu commetta errori nell’indicazione del codice ATECO e nella scelta del regime fiscale.

Per quanto riguarda il codice ATECO devi sapere che esistono diverse possibilità in base al tipo di lavorazioni che intendi svolgere: con il codice 43.21.01 potrai provvedere all’installazione di impianti elettrici negli edifici e in altre opere di costruzione, con il 43.21.02 potrai eseguire installazione di impianti elettronici, con il 42.21.03 potrai installare impianti di illuminazione stradale e dispositivi di illuminazione e segnalazione nelle piste aeroportuali.

Partita IVA da elettricista: perché aprirla nel regime forfettario

Compilare correttamente il quadro relativo al codice ATECO è molto importante: se durante un controllo dovesse emergere che svolgi attività diverse da quelle indicate, andresti incontro a sanzioni molto pesanti. Ma l’aspetto che influenzerà maggiormente la tua attività di elettricista sarà la scelta del regime fiscale di riferimento; da questo punto di vista, faresti bene a valutare l’ipotesi di adottare il regime forfettario.

Questo è infatti l’unico regime agevolato in Italia. Fermo restando che per potervi aderire è necessario rispettare determinati parametri, il principale dei quali è il limite di fatturato annuo di 65.000 €, svolgendo la tua professione sotto questo inquadramento fiscale potrai far tuoi diversi vantaggi.

Vediamoli…

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1) Le semplificazioni gestionali e le agevolazioni fiscali

A differenza degli altri due tipi di regime fiscale adottabili nel nostro paese (il regime ordinario e quello semplificato), con una Partita IVA forfettaria beneficerai dei seguenti esoneri:

  • dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto;
  • dall’obbligo di fatturazione elettronica;
  • dalla presentazione del modello ISEE e dello spesometro;
  • dagli studi di settore;
  • dal versamento delle addizionali comunali e regionali;
  • dal pagamento dell’IRAP.

Tutti questi fattori ti consentiranno di avere meno rogne e di risparmiare parecchio denaro. E a tal proposito, ci tengo a darti una notizia elettrizzante…

2) La tassazione più bassa d’Italia

Aprire una Partita IVA a regime forfettario è conveniente soprattutto per la tassazione, dato che non dovrai avere a che fare con gli scaglioni IRPEF, ma con un’unica aliquota. Se poi quest’ultima è fissata al 15%, capirai bene quanto questo sistema ti agevoli in termini di guadagno netto annuale.

Ma non è tutto…

Per le nuove attività, in molti casi è prevista una riduzione della flat tax dal 15 al 5%, valida per i primi cinque anni. A queste condizioni, potrai godere di una tassazione tra le più basse in Europa! Il calcolo delle imposte, inoltre, sarà particolarmente semplice: non dovrai dedurre i costi da te sostenuti durante l’anno perché l’imponibile lordo viene determinato in maniera forfettaria in base al coefficiente di redditività.

Per l’attività di elettricista, questo valore corrisponde all’86% dei tuoi ricavi.

Leggi anche: Partita IVA per toelettatura: perché aprirla nel regime forfettario

3) I contributi INPS ridotti

Oltre alle tasse, dovrai provvedere anche al versamento dei tuoi contributi pensionistici. Poiché quello dell’elettricista è un mestiere artigianale, sarai obbligato a iscriverti alla gestione INPS artigiani. Questa modalità contributiva prevede due tipi di versamento:

  • una quota fissa annuale di circa 3.800 €;
  • una quota del 24% sulla parte eccedente al minimale di reddito di 15.953 € (ridotta al 21,9% per i minori di ventun anni).

In qualsiasi altro tipo di regime fiscale avresti l’obbligo di versare queste quote per intero; nel regime forfettario, invece, avrai diritto a una riduzione del 35% su entrambe. Anche su questo versante, dunque, godrai di una agevolazione sostanziale.

In conclusione

In questo articolo ho cercato di riassumere gli aspetti principali del regime forfettario. Tuttavia, è possibile che tu abbia tante altre curiosità riguardo all’eventualità di esercitare il mestiere di elettricista in proprio.

Se qualcosa non ti è chiaro o se non vedi l’ora di intraprendere questo percorso, contattami: sono specializzato in questo regime fiscale da diversi anni e offro un servizio di consulenza online a prezzi molto vantaggiosi.

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A presto
Giampiero Teresi

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