Partita IVA per cartomante: questo ciò che devi sapere se vuoi avviare la tua attività lavorando da casa

Facciamo chiarezza sulla regolamentazione per la cartomanzia in Italia a livello fiscale.

Ci sono parecchie attività considerate non convenzionali.

Una di queste è senza dubbio quella della cartomanzia, e se tu hai sviluppato la capacità di svolgere questa professione e ti stai chiedendo come esercitarla nel pieno rispetto delle regole, in questo articolo chiarirò i tuoi dubbi.

Come aprire una Partita IVA per fare la cartomante.

Come ogni professione esercitata in proprio, anche quella del cartomante richiede l’apertura di una Partita IVA.

Se la cosa non ti sorprende, è facile presupporre che abbia già cercato informazioni su come aprire una partita IVA online e conosca i passaggi necessari a ottenerla.

Ma se invece la cosa ti suona nuova, ora ti spiegherò come dovrai muoverti per aprire una Partita IVA e avviare la tua attività di cartomante in maniera sicura e nel rispetto della legge.

Per ottenere questo codice a 11 cifre che identificherà fiscalmente la tua attività, puoi agire sia da solo che con il supporto di un consulente fiscale, che ti servirà a prescindere e potrà darti preziosi consigli su diversi aspetti.

Per richiedere il numero di Partita IVA dovrai necessariamente rivolgerti all’Agenzia delle Entrate. È a questo ente, infatti, che dovrai inoltrare il modulo denominato Modello AA9/12 debitamente compilato.

In questo modulo dovrai indicare le seguenti informazioni:

  • i tuoi dati anagrafici;
  • i tuoi dati fiscali;
  • la sede della tua attività (che può essere anche presso il tuo domicilio);
  • il codice Ateco della tua attività
  • il regime fiscale che adopererai.

Una volta presentata la domanda, l’attribuzione della Partita IVA avviene in tempi piuttosto rapidi.

Da quel momento potrai tranquillamente svolgere la tua professione di cartomante in piena regola.

Durante la compilazione del modulo, due aspetti in particolare potrebbero lasciarti perplesso: il codice Ateco e il regime fiscale.

Per evitare d’incorrere in errore, potresti richiedere la consulenza di un commercialista online. Ma visto che ci sono, ti spiego brevemente cosa sono.

Il codice Ateco è un codice identificativo che classifica e distingue ogni tipo di attività lavorativa esercitata con Partita IVA.

Poiché non esiste un codice specifico per l’attività di cartomante, per questo genere di professione potresti utilizzare due codici:

  • 74.90.99 (altre attività professionali nca);
  • 96.09.09 (altri servizi alla persona nca).

Per quanto riguarda l’inquadramento fiscale, invece, dovresti sapere che questa è una scelta che può fare un’enorme differenza nello svolgimento della tua attività.

Se possiedi i requisiti per aprire una Partita IVA nel regime forfettario, dovresti assolutamente approfittare di questo regime fiscale, che è il più conveniente in assoluto in Italia.

Il requisito base è quello del limite di fatturato annuo di 65.000 €, entro il quale dovrai rientrare sempre e comunque per poter sfruttare i benefici del regime forfettario.

Ti stai chiedendo quali siano i suoi vantaggi?

Continua a leggere!

Leggi anche: Social media manager & Partita IVA: come aprire sfruttando il regime agevolato

Per quale motivo dovresti scegliere il regime forfettario se vuoi aprire la Partita IVA come cartomante.

Questo tipo d’inquadramento fiscale è ricco di semplificazioni contabili che renderanno la gestione della tua attività molto più snella e agevole rispetto agli altri regimi fiscali italiani.

Tanto per cominciare, con il regime forfettario sarai esonerato sia dall’IVA che dalla ritenuta d’acconto.

Ciò significa che non dovrai applicare un costo in più in fattura ai tuoi clienti, e l’importo del tuo compenso verrà incassato al 100%.

Ma non finisce qui!

Sarai infatti esonerato anche da altri oneri pecuniari e burocratici, come:

  • le addizionali comunali e regionali
  • il modello ISEE
  • l’IRAP
  • gli studi di settore

Ma il bello deve ancora venire.

Quando si parla di tasse, infatti, il regime forfettario mostra i suoi vantaggi più grandi!

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Come si pagano le tasse e i contributi da cartomante nel regime forfettario.

All’interno del regime fiscale agevolato, un cartomante non fa riferimento alle aliquote IRPEF, scaglionate in base ai range di fatturato, ma a un’aliquota fissa.

L’aliquota sostitutiva è del 5% per tutte le nuove attività che vengono avviate fin dall’inizio con il regime forfettario per i primi cinque anni, mentre dal sesto in poi e per le attività che passano al forfettario da un altro regime fiscale, questa è fissata al 15%.

Questa percentuale viene calcolata diversamente rispetto agli altri regimi fiscali.

Mentre nel regime ordinario e semplificato tutti i costi sostenuti devono essere dimostrati, nel regime forfettario questi vengono invece stabiliti dallo Stato in base al tipo di attività svolta.

In che modo?

Grazie al coefficiente di redditività, ovvero un valore percentuale forfettario che stabilisce la parte del fatturato annuale soggetta a tassazione.

Nel tuo caso, da cartomante avresti un coefficiente di redditività del 78%. Ciò significa che i costi forfettari che lo Stato ipotizza per la tua attività corrispondono sempre al 22% del tuo fatturato totale.

Non dovrai presentare prove di questi costi, ma è ovvio che se le spese reali superano in misura eccessiva quelle forfettarie, questo regime fiscale rischia di essere un’arma a doppio taglio.

In caso contrario, potrai godere di una tassazione davvero bassa.

Facciamo un esempio.

Se con la tua nuova Partita IVA dovessi fatturare 10.000 € durante il primo anno, in base al tuo coefficiente di redditività le imposte verranno calcolate su 7.800 €, in quanto i restanti 2.200 sono i soldi che lo Stato considera come spese sostenute per lo svolgimento della tua professione.

Lo stesso discorso si applica al versamento dei contributi previdenziali.

Poiché la figura del cartomante non ha un albo di riferimento, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS. Anche per i tuoi contributi dovrai basarti sul coefficiente di redditività, ma la percentuale da versare corrisponde al 25,72%.

Leggi anche: Vendere corsi online & partita iva: così puoi avviare la tua attività e risparmiare sulle tasse

L’aspetto positivo della Gestione Separata sta nel fatto che non prevede costi fissi, come ad esempio la Gestione Artigiani e Commercianti.

Pertanto, se ipoteticamente dovessi fatturare ZERO, non dovrai versare nulla all’INPS.

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Bene, se la prospettiva di aprire una Partita IVA da cartomante nel regime forfettario ha suscitato in te un certo interesse, affidati a uno specialista di questo settore.

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A presto
Giampiero Teresi

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