Partita IVA property manager: perché optare per il regime forfettario

Gli aspetti fiscali vantaggiosi per chi opera come consulente per gli affitti con Partita IVA forfettaria

La professione di property manager non è certamente la più conosciuta del mondo, ma chi la svolge offre un servizio di consulenza importantissimo ai proprietari di immobili che si servono di portali come Airbnb per cederli in affitto per periodi brevi o lunghi.

Se hai esperienza nel settore della consulenza e una spiccata passione per il mercato immobiliare è probabile che tu voglia intraprendere questo tipo di carriera ma non sappia da dove iniziare. Nelle prossime righe scoprirai come si apre la Partita IVA da property manager e perché dovresti adottare il regime forfettario.

Partita IVA da property manager: come aprirla

Per poter svolgere la professione di property manager occorre aprire Partita IVA. Questa operazione è piuttosto semplice e, se vuoi lavorare come property manager non strutturato (ovvero senza dipendenti), non prevede alcun costo.

Il discorso cambia, invece, se vuoi avvalerti della collaborazione di altre persone: in tal caso dovrai aprire la Partita IVA da property manager strutturato e portare avanti altri passaggi burocratici che comportano dei costi, come l’iscrizione al Registro delle Imprese, la presentazione della SCIA al Comune e l’apertura della posizione INPS Commercianti.

Ad ogni modo, per ottenere il codice che identifica fiscalmente la tua futura attività non dovrai fare altro che scaricare un modulo da Internet, compilarlo in tutte le sue sezioni e inoltrarlo all’Agenzia delle Entrate. All’interno di questo modulo, denominato modello AA9/12, dovrai indicare i tuoi dati fiscali e anagrafici, il nome e la data di inizio della tua attività, l’indirizzo della tua sede fiscale, ma soprattutto il codice ATECO e il regime fiscale.

Vediamo nel dettaglio questi due aspetti importantissimi.

Leggi anche: Come semplificare la gestione della Partita IVA

Codice ATECO e regime fiscale: due aspetti fondamentali per il property manager

Nell’inserimento degli altri dati richiesti nel modello AA9/12 non dovresti avere alcuna difficoltà. Per quanto riguarda il codice ATECO e il regime fiscale da adottare, però, potresti avere difficoltà a prendere una decisione corretta.

Si tratta, infatti, di due aspetti che per motivi diversi hanno un impatto di rilievo sulla Partita IVA. Procediamo con ordine e andiamo a scoprire cos’è il codice ATECO e perché è di vitale importanza indicare quello giusto. Questo codice identifica tutte le attività svolgibili con Partita IVA. In poche parole, ogni tipologia di lavoro ha un suo codice ATECO, che deve essere indicato in sede di apertura.

La scelta del codice ATECO può rappresentare un trabocchetto poiché in alcuni casi lo svolgimento di una professione può richiedere codici diversi tra loro, proprio come avviene nel caso del property manager. Infatti, per chi desidera svolgere questa professione il codice ATECO cambia a seconda del fatto che si voglia operare con o senza dipendenti.

Il property manager strutturato deve indicare il codice 68.32.00 (gestione di beni immobili per conto terzi) mentre il property manager non strutturato deve fare riferimento al codice 70.22.09 (altre attività di consulenza imprenditoriale).

Giusto affinché tu lo sappia, le multe per chi viene “beccato” a lavorare con un codice ATECO errato sono piuttosto salate; pertanto è importantissimo rivolgersi a un commercialista se non si è sicuri di conoscere quello giusto.

Questa figura professionale può aiutarti anche nella scelta del regime fiscale più conveniente per te. Per regime fiscale si intende l’insieme delle regole e degli adempimenti fiscali e burocratici a cui dovrai ottemperare nello svolgimento della tua attività lavorativa. In Italia ne esistono tre:

  • il regime ordinario;
  • il regime semplificato;
  • il regime forfettario.

Solamente una di queste tre tipologie di regime fiscale ti consente di godere di importantissime agevolazioni e semplificazioni: la Partita IVA forfettaria. Scopriamo quali sono i suoi benefici.

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I vantaggi gestionali e fiscali per un property manager forfettario

L’apertura della Partita IVA a regime forfettario consente a un property manager di usufruire di una serie di vantaggi non indifferenti. Tuttavia, per adottare questo regime fiscale è necessario essere in possesso di alcuni requisiti, il più importante dei quali è il rispetto del limite di fatturato annuale di 65.000 €.

Chi apre la propria Partita IVA nel regime forfettario e rispetta le regole che lo contraddistinguono può godere di svariate agevolazioni fiscali. Le più importanti sono l’esenzione dall’IVA e la flat tax.

Il fatto che il regime forfettario sia esente dall’IVA consente a chi lo adotta di avere prezzi più competitivi rispetto a chi opera nel regime ordinario e semplificato. Non dovendo applicare l’IVA alle fatture, infatti, i professionisti forfettari possono far leva non solo sulle proprie competenze per sbaragliare la concorrenza, ma anche su un tariffario più conveniente. Non solo: in assenza di IVA verranno meno anche le liquidazioni periodiche, la dichiarazione annuale e altre seccature burocratiche.

Sebbene questa agevolazione sia molto gradita dai professionisti, l’aspetto che più di tutti caratterizza il regime forfettario è la tassazione, di gran lunga la più conveniente d’Italia. Chi adotta il regime agevolato, infatti, paga un’imposta del 5% per i primi 5 anni di attività, mentre dal sesto anno in poi l’aliquota sale al 15%.

Per darti un’idea di quanto sia vantaggiosa questa tassazione ti informo che negli altri regimi fiscali la base di partenza per le aliquote degli scaglioni IRPEF è del 23%. Una gran bella differenza rispetto alla flat tax estesa a tutti i ricavi fino a 65.000 €, non credi?

Le agevolazioni di cui ti ho parlato finora sono sufficienti a spiegare perché il regime forfettario sia così conveniente. Tuttavia, i vantaggi non finiscono qui. Chi apre la partita IVA forfettaria, infatti, gode anche delle seguenti semplificazioni gestionali e fiscali:

  • l’esonero dagli studi di settore e dallo spesometro;
  • l’esenzione dalle addizionali comunali e regionali;
  • l’esenzione dall’IRAP;
  • l’esonero dal modello ISEE;
  • l’esenzione dalla ritenuta d’acconto.

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Property manager e contributi previdenziali

Un aspetto importante dell’attività in proprio è quello dei contributi. A tal proposito, come ho già anticipato all’inizio, un property manager strutturato è tenuto a iscriversi alla gestione commercianti dell’INPS, che prevede una quota fissa pari a circa 3.900 € all’anno e una quota per il reddito eccedente i minimali pari al 24% degli importi oltre i 16.234 €. Chi adotta il regime forfettario, però, ha la possibilità di chiedere all’INPS una riduzione del 35% su entrambe le quote.

I property manager non strutturati, invece, sono obbligati a iscriversi alla gestione separata INPS. Questa cassa previdenziale non prevede alcuna quota fissa, e chi la adopera è tenuto a versare circa il 26% di contributi da calcolare in base al reddito lordo annuo.

In conclusione

In questo articolo ti ho esposto gli aspetti principali relativi all’apertura della Partita IVA da property manager e mi sono concentrato prevalentemente sui vantaggi del regime forfettario. Questo perché da anni mi occupo esclusivamente di consulenza online dedicata a chi opera nel regime fiscale agevolato.

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A presto
Giampiero Teresi

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