Ginecologo e Partita IVA: come aprirla a regime agevolato

La soluzione più conveniente per iniziare a operare in proprio come medico specializzato in ginecologia

L’idea di aprire la Partita IVA da ginecologo potrebbe suscitare in te dei dubbi.

Mettersi in proprio per avere maggiore controllo sulla propria vita e per guadagnare di più è un desiderio sacrosanto; purtroppo, però, capita spesso che a causa di una certa leggerezza, non si facciano i conti con tutte le implicazioni di una simile scelta e si finisca per lavorare più ore e stressarsi il doppio per far quadrare i conti.

Fortunatamente, esiste un modo per partire con il piede giusto in un’attività di questo tipo. Nelle prossime righe ti spiegherò come svolgere la tua professione di ginecologo in proprio nelle migliori condizioni possibili.

Come aprire la Partita IVA da ginecologo e quanto costa

La decisione di esercitare la professione di medico ginecologo in proprio può esser presa sia immediatamente dopo la laurea, sia dopo aver maturato una certa esperienza nella sanità pubblica o privata. In questa branca della medicina, è tendenza comune aprire la Partita IVA e operare in autonomia aprendo uno studio.

Stai pensando di fare questo passo?

Scelta eccellente: svolgere questo mestiere in proprio ti permetterà di gestire al meglio il tuo tempo e di avere un rapporto più confidenziale con le tue pazienti. Tuttavia, prima di pianificare qualsiasi azione, voglio darti un consiglio prezioso, ovvero quello di richiedere una consulenza a un buon commercialista.

L’apertura della Partita IVA, infatti, è un’operazione gratuita e all’apparenza semplice, che però nasconde alcune insidie. Per richiedere questo codice numerico che ti consente di operare in proprio dovrai presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate mediante un modulo, il modello AA9/12.

All’interno di questo modulo dovrai indicare i tuoi dati anagrafici e fiscali, nome e sede della tua attività, e, soprattutto, il tuo codice ATECO e il regime fiscale che intendi adottare. Il primo non è altro che un codice assegnato a tutte le attività per definire la loro sfera di operatività, e tu, da medico ginecologo, potresti utilizzare i seguenti:

  • 86.22.01 – prestazioni sanitarie svolte da chirurghi;
  • 86.22.02 – ambulatori e poliambulatori del Servizio Sanitario Nazionale;
  • 86.22.09 – altri studi medici specialistici e poliambulatori.

Leggi anche: Apertura della Partita IVA da geologo: questa la scelta più saggia

Per quanto riguarda il regime fiscale, si tratta della scelta più importante che dovrai compiere in fase di apertura della Partita IVA, in quanto da essa dipenderanno molti aspetti della tua attività.

Regime fiscale per medici ginecologi: questo il più conveniente per iniziare

Nel caso non lo sapessi, in Italia esistono tre tipi di regime fiscale: ordinario, semplificato e forfettario. Ognuno di essi si distingue dagli altri per diversi aspetti fiscali e gestionali, ma solo il regime forfettario consente di usufruire di significative agevolazioni e di svariate semplificazioni contabili e gestionali.

I requisiti principali per poterlo adoperare sono:

  • il fatturato annuale, che non può oltrepassare il limite di 65.000 €;
  • il reddito da lavoro subordinato, che nell’anno precedente non deve superare i 30.000 €;
  • le spese per dipendenti e collaboratori, che devono rispettare il limite di 20.000 €.

Come ho anticipato, aprire la Partita IVA forfettaria ti permetterebbe di avviare la tua attività di ginecologo a condizioni molto vantaggiose. Uno dei benefici più sostanziali è l’esclusione dal campo IVA, che ti consentirà non solo di risparmiare un bel po’ di soldi (dato che non dovrai effettuare i versamenti inerenti alle liquidazioni periodiche), ma anche di ottenere un vantaggio sui tuoi competitor, visto che non dovrai aggiungere l’IVA ai tuoi compensi in fattura.

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Aprendo una Partita IVA a regime forfettario, inoltre, godrai di altre semplificazioni, come:

  • l’esclusione dall’obbligo di fatturazione elettronica;
  • l’esonero dalla ritenuta d’acconto;
  • l’esenzione dal versamento dell’IRAP e delle addizionali comunali e regionali;
  • l’esonero dallo spesometro, dagli studi di settore e dal modello ISEE.

Questi aspetti caratterizzano il regime forfettario e lo distinguono nettamente dagli altri due tipi di inquadramento fiscale; tuttavia, ce n’è uno in particolare – di cui ancora non ti ho parlato – che è di fatto il più significativo e apprezzato: quello relativo alle tasse…

Ginecologo nel regime forfettario: tasse e contributi Enpam

Non voglio tenerti sulle spine, quindi te lo dico subito: la tassazione nel regime forfettario è la più bassa in Italia e tra le più basse in Europa! Questo, in virtù dell’aliquota sostitutiva unica del 15%. Niente scaglioni IRPEF, dunque, ma una flat tax decisamente più bassa rispetto all’aliquota minima del regime ordinario (23%).

E se sarai in possesso dei requisiti per adoperare l’aliquota start up, riservata alle nuove attività che aprono la Partita IVA forfettaria, avrai diritto a una riduzione: nei primi cinque anni, la flat tax sarà del 5% anziché del 15%. No, non è uno scherzo!

Inoltre, sarà più semplice calcolare anche l’imponibile, dato che in questo regime fiscale non è necessario dedurre i costi, bensì occorre far riferimento al coefficiente di redditività. Si tratta di un valore percentuale assegnato a ogni attività per definire in maniera forfettaria il fatturato lordo.

Nel tuo caso, il coefficiente di redditività è del 78%, il che vuol dire che se dovessi incassare 50.000 € in un anno, pagherai le tasse sul 78% di questo importo (39.000 €); il restante 22% (11.000 €) verrà infatti escluso automaticamente dalla tassazione perché considerato come ‘costi forfettari’.

Leggi anche: Partita IVA dietista: queste le agevolazioni del regime forfettario

Oltre alle imposte, dovrai versare anche i tuoi contributi pensionistici all’Enpam, la cassa previdenziale riservata ai medici, che sono suddivisi in due categorie: contributi di Quota A e di Quota B. I primi sono obbligatori per tutti i medici, sia dipendenti sia professionisti, e prevedono una quota fissa che va a crescere in relazione alle fasce di età, alla quale si somma una quota di 45 € per il contributo di adozione, maternità e aborto. I secondi sono richiesti solo ai liberi professionisti, vengono calcolati in base al reddito, e corrispondono al 17,50% fino a 101.427 €, superati i quali si applica l’1% sull’eccedenza.

In conclusione

Come hai potuto constatare, aprire la Partita IVA forfettaria da ginecologo ti riserva diversi vantaggi. Tuttavia, senza le giuste conoscenze in materia fiscale, rischierai di commettere dei passi falsi che comporteranno la tua esclusione da questo regime agevolato.

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A presto
Giampiero Teresi

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