Partita IVA badante: ecco come puoi svolgere questa professione in proprio

L’apertura della Partita IVA è necessaria per esercitare questa professione

Quella del badante è una figura professionale molto ricercata in Italia.

Molte persone, infatti, non riescono a occuparsi stabilmente dei propri parenti anziani o non autosufficienti a causa degli orari di lavoro e dei vari impegni quotidiani.

Da qui nasce l’esigenza di affidare tale compito a un professionista che sappia prendersi cura delle persone e della casa.

Un professionista come te, insomma.

Una figura come quella del badante può operare sia da dipendente (per una società che fornisca questo genere di servizi o direttamente per una famiglia) sia da autonomo.

Naturalmente, nella seconda ipotesi, è necessario aprire la Partita IVA.

Come aprire la Partita IVA per occuparsi di assistenza agli anziani e ai disabili

Svolgere la professione di badante con un contratto di lavoro subordinato permette di godere di alcune garanzie, come le ferie e la malattia pagate, i contributi versati e la disoccupazione in caso di cessazione di rapporto.

Tuttavia, poiché la domanda è molto alta, molti operatori qualificati prendono in considerazione l’opzione dell’apertura della Partita IVA per accedere a vantaggi come:

  • indipendenza economica;
  • maggiore flessibilità di orari;
  • ricavi superiori.

Effettivamente, trattandosi di un lavoro molto delicato, che spesso richiede disponibilità negli orari notturni, molte persone preferiscono gestire in prima persona il rapporto con i clienti, organizzare gli orari di lavoro in autonomia e non precludersi la possibilità di operare presso più abitazioni.

Se anche tu stai riflettendo su questa possibilità, è probabile che sia alla ricerca di informazioni su come aprire la Partita IVA online.

Questa è un’operazione assolutamente gratuita e non particolarmente complessa, anche se è fondamentale conoscere bene alcuni aspetti prima di procedere, e a tal proposito il consiglio che ti do è quello di rivolgerti a un buon commercialista online o di fiducia.

Per richiedere il numero di Partita IVA occorre compilare un modulo scaricabile online: il modello AA9/12.

Questo modulo va compilato in tutti i suoi campi, prestando particolare attenzione al codice ATECO e al regime fiscale. Il codice ATECO è un codice numerico che identifica ogni tipo di attività, ed è importante che tu inserisca quello corretto se vuoi svolgere la tua professione in regola col fisco.

Leggi anche: Partita IVA estetista: come aprirla in maniera semplice

Il tuo codice ATECO di riferimento è 96.09.09 (Altre attività di servizi per la persona).

Per quanto riguarda il regime fiscale, si tratta di una scelta molto delicata in quanto definirà i tuoi adempimenti fiscali e i tuoi obblighi gestionali.

In Italia esistono tre regimi fiscali differenti: il regime ordinario, il regime semplificato e il regime forfettario. Quest’ultimo è indubbiamente quello più conveniente, in virtù di alcuni aspetti inerenti alla tassazione e alla gestione contabile.

Partita IVA badante: perché scegliere il regime forfettario

La scelta di aprire una Partita IVA a regime forfettario sarebbe quella ideale per chi, come te, desidera avviare un’attività in proprio senza finire nella morsa della burocrazia italiana e della tassazione alta.

Considera, però, che per poter accedere ai suoi vantaggi è necessario rispettare alcuni requisiti.

I principali sono:

  • il rispetto del limite di fatturato annuo di 65.000 €;
  • il rispetto del limite di spese per dipendenti e collaboratori di 20.000 € all’anno;
  • il rispetto del limite di compensi da lavoro dipendente di 30.000 € all’anno.

Sei curioso di sapere quali sono le caratteristiche più vantaggiose della Partita IVA forfettaria?

Il primo beneficio tangibile di questo inquadramento consiste nell’esenzione dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto.

Si tratta di un vantaggio enorme sotto vari punti di vista, in quanto ti permetterebbe non solo di incassare sempre il 100% dei tuoi compensi, ma anche di acquisire una posizione favorevole rispetto ai tuoi concorrenti che operano in regime ordinario o semplificato.

Rispetto a essi, infatti, potresti essere più competitivo nelle tariffe, non dovendo aggiungere l’IVA al tuo compenso.

Ma queste non sono le uniche agevolazioni a cui avresti diritto nel regime forfettario. Ci sono altre semplificazioni contabili, gestionali e fiscali che rendono questo regime fiscale interessante, come:

  • l’esenzione dal pagamento dell’IRAP;
  • l’esenzione dalle addizionali comunali e regionali;
  • l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica;
  • l’esonero dagli studi di settore e dal modello ISEE;
  • l’esonero dallo spesometro;
  • l’esonero dalle liquidazioni e dalle dichiarazioni periodiche dell’IVA.

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Insomma, iniziare a operare in proprio senza dover affrontare questi adempimenti e queste seccature burocratiche ti darebbe modo di affrontare questo passo con maggiore serenità, non credi?

Ma ora passiamo all’aspetto più interessante di tutti: quello relativo alle tasse.

Le tasse e i contributi nel regime forfettario

Nel regime forfettario, la tassazione è tra le più basse in Europa e la più bassa in Italia, in quanto consiste in una flat tax del 15% da pagare sul fatturato lordo.

Ma c’è un aspetto molto interessante per chi avvia una nuova attività e apre la partita IVA adottando il regime forfettario: l’aliquota sostitutiva al 5% per i primi 5 anni.

Sì, hai capito bene!

Aprendo la Partita IVA con il regime forfettario, per le start-up c’è la possibilità di pagare il 5% di tasse per 5 anni, e di passare al 15% dal sesto anno in poi.

Oltre all’aliquota (decisamente più bassa), c’è un altro aspetto che differenzia il regime forfettario dagli altri regimi fiscali: il calcolo delle spese.

Mentre nel regime ordinario e semplificato le spese sostenute durante un anno fiscale devono essere dimostrate e documentate, nel regime forfettario queste spese vengono ipotizzate dallo Stato su base percentuale rispetto al fatturato totale.

In che modo?

Lo Stato ha assegnato a ogni tipo di attività un coefficiente di redditività che stabilisce in maniera forfettaria la percentuale delle spese rispetto ai ricavi.

Prendiamo la tua attività come esempio.

Il coefficiente di redditività per la professione di badante è del 67%. Questo significa che a fronte di un fatturato totale annuo di 10.000 € (valore puramente simbolico), lo Stato stabilisce che i costi da te sostenuti – a prescindere da quelli reali – vanno individuati nel 33% di questo importo.

Di conseguenza, l’aliquota sostitutiva non verrà applicata al fatturato totale, bensì al fatturato lordo calcolato in maniera forfettaria, corrispondente a 6.700 €. Pertanto, ipotizzando una situazione simile, andresti a pagare solamente 335 € di imposte.

Leggi anche: Partita IVA Architetto: ecco perché conviene il Regime Forfettario

Naturalmente, lavorando con Partita IVA dovresti provvedere anche al versamento dei contributi pensionistici.

Poiché la tua professione non ha alcuna cassa di riferimento, sarai tenuta/o a iscriverti alla Gestione Separata INPS. Questa modalità di versamento dei contributi previdenziali non prevede quote fisse, in quanto l’ammontare dei contributi viene determinato in relazione al fatturato lordo, in una percentuale del 25,98%.

Ciò significa che, nel caso in cui non dovessi fatturare nulla, non sarai tenuto a versare contributi.

In conclusione

Insomma, come avrai potuto constatare, aprire una Partita IVA per esercitare la professione di badante apre scenari molto interessanti se lo fai utilizzando il regime forfettario.

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A presto
Giampiero Teresi

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