Regime forfettario 2022: cosa può cambiare?

Le ultimissime sulle possibili modifiche riguardanti il regime fiscale agevolato per il nuovo anno

Come accade ogni anno, con l’avvicinarsi delle feste natalizie, molti professionisti e ditte individuali sintonizzano le proprie antenne sulle possibili variazioni legislative in merito al proprio settore di riferimento.

Anche il regime forfettario, introdotto nel 2016, è sempre oggetto di discussione in questo periodo; negli anni passati si è sentito parlare addirittura della possibilità della sua abolizione ma, come puoi vedere, ciò non è avvenuto. Tuttavia, in attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio 2022 (prevista per il 21 dicembre), si parla di alcuni cambiamenti che potrebbero essere introdotti per l’anno in arrivo.

In questo articolo prenderò in esame tutte le possibilità e ti dirò la mia su quali abbiano maggiori probabilità di conferma.

Nessuna modifica alla tassazione, ma attenzione ai coefficienti di redditività

Chi sceglie di aprire Partita IVA adottando questo regime fiscale lo fa per usufruire dei tantissimi vantaggi che esso implica; su tutti, la tassazione bassa. Quando si parla di modifiche in vista dell’anno nuovo, il timore che colpisce i professionisti con Partita IVA forfettaria è quello che possano esserci aumenti della tassazione.

Se stai già adoperando il regime fiscale agevolato, non mi stupirebbe che anche tu, sentendo parlare di ‘novità’, iniziassi a pensare a scenari di questo tipo. Beh, ci tengo a tranquillizzarti subito: l’aliquota sostitutiva fissa del 15% (o del 5% per le start up) non subirà alcuna variazione.

Sia chi aprirà Partita IVA nel regime forfettario nel 2022 sia chi già ne possiede una, continuerà a versare questa flat tax alle medesime condizioni, così come continuerà a essere esentato dall’IVA, dalla ritenuta d’acconto, dall’IRAP e dalle addizionali comunali e regionali.

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C’è, però, un piccolo cambiamento che con tutta probabilità riguarderà alcune categorie di commercianti.

Si tratta della modifica dei coefficienti di redditività per alcuni codici ATECO, di cui, peraltro, si parla da diversi anni. Per darti qualche esempio, potrebbe subire variazioni il coefficiente di chi opera nel commercio ambulante (attualmente fissato al 40%) o quello di chi vende prodotti alimentari (quota attuale: 54%).

Benché manchi ancora l’ufficialità, questo cambiamento viene dato quasi per certo.

Limite di fatturato a centomila euro? Improbabile, ma si vocifera di un’altra possibilità

Un altro tema sotto la lente di ingrandimento è quello relativo al limite di fatturato, da molti giudicato troppo basso e limitante. Inutile fare tanti giri di parole: le possibilità che questo limite venga ampliato dai 65.000 € attuali a 100.000 € sono pressoché nulle.

Questo, però, non significa che ai piani alti non si stiano facendo delle valutazioni riguardo al problema dello squilibrio esistente nel passaggio dal regime forfettario a quello semplificato o ordinario. La paura di sforare il limite di fatturato non incentiva i professionisti e le ditte individuali a crescere, e questo determina – di riflesso – entrate minori per lo Stato.

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Tra le soluzioni ipotizzabili c’è quella della creazione di un regime transitorio.

L’idea è che coloro i quali sforano i 65.000 € di fatturato possano mantenere tutte le agevolazioni e le semplificazioni del regime forfettario con una tassazione leggermente più alta (si parla di un passaggio dal 5% al 10% per l’aliquota start up e dal 15% al 10% per l’aliquota base). Inoltre, questa via di mezzo sarebbe limitata a un periodo di massimo due anni, durante i quali l’attività dovrebbe registrare una crescita di fatturato del 10% all’anno.

Tuttavia, trattandosi solamente di un’ipotesi, non è detto che questa misura possa essere introdotta già dal 2022.

Fatturazione elettronica obbligatoria dal 2022 anche per i forfettari?

Stando agli ultimi aggiornamenti, invece, pare sempre più vicina l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari a partire dal nuovo anno.

Lo Stato sta spingendo per realizzare questa manovra dal 2019, anno in cui la fatturazione elettronica è stata introdotta e in cui il limite di fatturato è stato innalzato a 65.000 € ma, finora, ha sempre ricevuto un “No” secco dalla Commissione europea.

Quest’anno, però, le cose potrebbero cambiare: il Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Unione europea ha dato il via libera e, per estendere l’obbligo di fatturazione elettronica anche a chi opera nel regime forfettario, manca solo l’ok del Consiglio UE.

Ad ogni modo, se questa modifica verrà ufficializzata nel testo della Legge di Bilancio, le cose non cambieranno tantissimo per i forfettari. Molti professionisti utilizzano già un gestionale per le fatture elettroniche dato che l’esonero non è mai stato effettivo al 100%: infatti, per l’emissione delle fatture alla pubblica amministrazione, anche i forfettari hanno sempre dovuto utilizzare un software o il sistema di fatturazione elettronica dell’Agenzia delle Entrate.

Leggi anche: IRAP nel regime forfettario: ecco perché non pagherai l’imposta

In attesa di notizie ufficiali, ci tengo comunque a precisare che, in caso di obbligo di fatturazione esteso ai forfettari, non è necessario acquistare un gestionale; è possibile, infatti, utilizzare quello del tuo commercialista online o di fiducia.

In conclusione

Se stai pensando di aprire Partita IVA nel 2022 e sei interessata/o a sfruttare gli enormi vantaggi del regime forfettario, richiedimi subito una consulenza gratuita.

Da anni fornisco un servizio di consulenza fiscale e gestione contabile online dedicato esclusivamente a chi opera in questo regime fiscale. Una volta verificato che tu sia in possesso dei requisiti per adottare il regime forfettario, studierò la soluzione più adatta a te.

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A presto
Giampiero Teresi

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