Partita IVA fotografo: quale aprire per avere meno costi e tasse

Vuoi intraprendere l’attività di libero professionista nel campo della fotografia? Ecco qual è l’opzione più conveniente

Hai sempre avuto la passione per la fotografia e, dopo aver maturato una certa esperienza, perfezionato la tua tecnica e – magari – frequentato un corso, vorresti trasformare questa attività nel tuo lavoro principale? Sia che tu voglia lavorare come freelance, sia che tu abbia in mente di operare con uno studio fotografico aperto al pubblico, dovrai aprire una Partita IVA.

Nelle prossime righe ti spiegherò come espletare questa procedura e ti darò informazioni importanti sul regime fiscale più conveniente per te.

Cosa bisogna fare per aprire un’attività fotografica con o senza studio

Contrariamente a ciò che pensano in molti, la prestazione occasionale non è una soluzione su cui fare affidamento. Sì, è vero: questo strumento messo a disposizione dallo Stato può essere utile per iniziare a far pratica nell’arte della fotografia ma le sue limitazioni non ti permetteranno di passare al livello successivo.

Vuoi sapere perché?

Con la prestazione occasionale non potrai lavorare in maniera continuativa (massimo 30 giorni di fila), non potrai collaborare con lo stesso cliente più di una volta all’anno e, soprattutto, non potrai promuovere in nessun modo la tua attività (né sui social, né con il volantinaggio, né con i bigliettini da visita). Simili paletti – l’ultimo in particolare – creano un ostacolo insormontabile per chi vuole iniziare una carriera in questo settore.

Da qui, la necessità di fare il grande passo dell’apertura della Partita IVA.

L’apertura della Partita IVA da fotografo: modalità e costi

Aprire la Partita IVA da fotografo è un’operazione assolutamente gratuita e dai tempi rapidi. Per ottenere il codice numerico che ti consentirà di lavorare in proprio hai a disposizione tre modalità, tutte legate alla compilazione di un modulo chiamato ‘modello AA9/12’:

  • puoi recarti presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate della tua zona;
  • puoi scaricare il modulo da Internet, compilarlo e spedirlo all’ente tramite raccomanda A/R;
  • puoi aprire la Partita IVA online con il sistema ComUnica.

A prescindere da quale modalità tu voglia adoperare, il mio consiglio (prima di prendere qualsiasi decisione) è di rivolgerti a un bravo commercialista. Nel modello AA9/12, infatti, ti verranno richiesti diversi dati, alcuni dei quali avranno un’incidenza importante sullo svolgimento della tua professione. Pertanto, è di fondamentale importanza avere un consulto con un professionista che sappia indicarti la soluzione migliore per te.

In particolare, un consulente ti saprà indicare il codice ATECO esatto per la tua attività (in assenza del quale andresti incontro al rischio di subire sanzioni e multe in caso di controlli) e consigliare il regime fiscale più appropriato. A tal proposito, ti anticipo che in Italia esistono tre regimi fiscali: ordinario, semplificato e forfettario. Nelle prossime righe ti dirò perché il regime forfettario è quello ideale per iniziare a lavorare in proprio come fotografo.

Leggi anche: Codice ATECO per Fotografo: quale scegliere?

Fare il fotografo freelance con Partita IVA a regime forfettario: i vantaggi gestionali e contabili

Voglio subito chiarire una cosa: per poter aprire una Partita IVA a regime forfettario è necessario possedere alcuni requisiti. Ecco quali sono i più importanti:

  • il rispetto del limite di fatturato annuo di 65.000 €;
  • in caso di lavoro dipendente, un reddito inferiore ai 30.000 €;
  • il rispetto del limite di spese annuali per collaboratori e dipendenti di 20.000 €.

Fatta questa doverosa premessa, devi sapere che il regime forfettario è il regime fiscale più vantaggioso d’Italia, non solo in virtù di una tassazione agevolata (di cui ti parlerò dettagliatamente tra poco), ma anche per le numerose semplificazioni gestionali e contabili.

Tanto per cominciare, aprendo una Partita IVA forfettaria verrai automaticamente escluso/a dal campo IVA. Sai cosa significa? Che non dovrai applicare l’imposta sul valore aggiunto alle tue fatture, ottenendo un enorme vantaggio concorrenziale sugli altri fotografi. Un tuo cliente, infatti, spenderà meno rispetto a quanto farebbe rivolgendosi a un professionista che opera con un altro regime fiscale. Inoltre, non dovrai effettuare i versamenti per le liquidazioni periodiche.

Un altro vantaggio sostanziale riguarda l’esonero dalla ritenuta d’acconto: operando con il regime forfettario incasserai sempre il 100% dei tuoi compensi perché, anche in presenza di sostituto d’imposta, non dovrai farti trattenere il 20% come anticipazione sulle tue tasse.

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Ma gli aspetti convenienti non finiscono qui. Da forfettario/a potrai godere di:

  • esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica;
  • esenzione dal pagamento dell’IRAP;
  • esonero dalla registrazione delle fatture e dei corrispettivi;
  • esonero da spesometro ed esterometro;
  • esenzione dal versamento delle addizionali comunali e regionali;
  • esonero dal modello ISEE e dagli studi di settore.

Insomma, grazie a queste semplificazioni potrai dedicarti più serenamente alla tua attività di fotografo, risparmiando tempo e soldi. E ora, come promesso, ti parlerò della tassazione nel regime forfettario.

Tasse e contributi per un fotografo forfettario

Le tasse – è inutile dirlo – sono l’aspetto più delicato per i possessori di Partita IVA. Nel regime fiscale agevolato, però, potrai usufruire della tassazione più bassa del Paese (e tra le più basse in Europa).

Mentre nel regime ordinario e semplificato le imposte vengono calcolate in base agli scaglioni reddituali, il più basso dei quali prevede un versamento del 23% sul reddito lordo, nel regime forfettario vige una flat tax. L’imposta sostitutiva unica è fissata al 5% per i primi cinque anni di attività (questo, solo in caso di nuova apertura e del possesso di determinati requisiti), per poi passare al 15% dal sesto anno in poi.

Una differenza notevole, eh?

Tra l’altro, per sapere su quale importo dovrai versare queste imposte, non avrai bisogno di dedurre i costi aziendali. Lo Stato, infatti, ha assegnato a ogni codice ATECO un coefficiente di redditività che determina la percentuale tassabile del fatturato totale annuo escludendo i costi in maniera forfettaria. Nel tuo caso, il coefficiente di redditività è del 78%.

Per quanto riguarda i contributi previdenziali, poiché non esiste una cassa per i fotografi, avrai l’obbligo di iscriverti alla gestione separata INPS, che offre un vantaggio di non poco conto: non prevede quote fisse. Dunque verserai i tuoi contributi solamente in percentuale a quanto fatturerai (il 26,23% sul fatturato lordo).

Leggi anche: Quanto pago se non fatturo nulla in regime forfettario?

In conclusione

Se hai letto tutto l’articolo, avrai capito che il regime forfettario rappresenta l’opzione più conveniente per svolgere la professione di fotografo con Partita IVA. Vorresti avere maggiori informazioni a riguardo e parlare con un professionista specializzato in questo regime fiscale?

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A presto
Giampiero Teresi

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