Partita IVA da mediatore familiare: perché scegliere il regime forfettario

Ecco come diventare mediatore familiare in proprio sfruttando il regime fiscale agevolato

Scegliere se svolgere la professione di mediatore familiare da dipendente o in proprio potrebbe essere difficile come risolvere una diatriba nella famiglia Forrester di Beautiful.

Aprire una Partita IVA in Italia è sempre un passo delicato, e agire senza considerare ogni minimo particolare potrebbe catapultarti in una serie di problemi e seccature con il fisco degne di una soap opera (dell’orrore).

Vorresti avviare una carriera lavorativa in questo settore ma non sai da dove iniziare?

In questo articolo ti spiegherò quali sono gli aspetti principali che dovresti valutare prima di agire e ti illustrerò i vantaggi del regime forfettario.

Come si apre la Partita IVA da mediatore familiare

Scegliere di studiare per acquisire la qualifica di mediatore familiare denota una forte propensione alla risoluzione dei problemi.

Anni di formazione e corsi di specializzazione in sociologia, legge e psicologia probabilmente ti hanno permesso di ottenere il lasciapassare per intraprendere la tua carriera in questo ambito; ma qualora non volessi lavorare da dipendente, è possibile che tu non sappia quali passi muovere per aprire la Partita IVA e operare in proprio.

La procedura in sé non ha nulla di complicato; tuttavia dietro l’apertura di una Partita IVA online o offline si nascondono diversi aspetti rilevanti.

Per questo motivo, ti suggerisco di farti una chiacchierata con un buon commercialista prima di agire.

Per aprire una Partita IVA da mediatore familiare è necessario compilare un modulo, il modello AA9/12, e presentarlo all’Agenzia delle Entrate.

Tra i vari dati che dovrai inserire in questo formulario, i più importanti sono sicuramente il codice ATECO, un codice identificativo del tipo di attività svolta, e il regime fiscale.

La scelta del codice ATECO corretto (nel tuo caso 96.09.09) sarà fondamentale per evitare sanzioni in caso di controlli, mentre quella del regime fiscale avrà un peso specifico enorme sullo svolgimento della tua futura attività in proprio.

Scopriamo perché…

Leggi anche: Partita IVA igienista dentale: perché aprirla nel regime forfettario

Partita IVA mediatore familiare: sfrutta le agevolazioni del regime forfettario

Nel nostro paese esistono tre tipi di regime fiscale: il regime ordinario, il regime semplificato e il regime forfettario.

Solo quest’ultimo, però, potrebbe consentirti di avviare la carriera da professionista autonomo nel campo della mediazione familiare con una serie di vantaggi sostanziali.

La possibilità di adottare questo inquadramento fiscale è regolamentata da una serie di requisiti necessari. Il principale è senza dubbio il limite di fatturato pari a 65.000 € annui.

Ma vediamo per quali ragioni la Partita IVA forfettaria è la scelta più conveniente per chi, come te, sta pensando di svolgere questa professione in proprio.

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Per prima cosa, chi opera in questo regime agevolato è esonerato sia dall’IVA sia dalla ritenuta d’acconto.

Cosa significa?

Che quando presenterai le tue fatture ai clienti non sarai tenuto ad aggiungere l’imposta sul valore aggiunto ai tuoi compensi, e questo ti permetterà di essere decisamente più competitivo rispetto ai tuoi colleghi che adoperano un regime fiscale diverso.

Inoltre, avrai la certezza di incassare sempre il 100% del tuo onorario, senza dover rinunciare al 20% della ritenuta d’acconto.

Di conseguenza, non dovrai fare i conti con il registro dell’IVA, le dichiarazioni e le liquidazioni periodiche, con enormi benefici gestionali, contabili e pecuniari.

Che non terminano qui…

Nel regime forfettario, infatti, sono previsti altri significativi vantaggi, come:

  • l’esonero dal pagamento dell’IRAP e delle addizionali comunali e regionali;
  • l’esonero dal modello ISEE e dagli studi di settore;
  • l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica.

Tasse e contributi per un mediatore familiare con Partita IVA

Tutte queste agevolazioni e semplificazioni ti faranno risparmiare parecchie seccature e denaro; a tal proposito, devi sapere che la Partita IVA a regime forfettario ha un altro grande vantaggio: la tassazione più bassa d’Italia.

Proprio così.

Oltre ai chiari benefici che derivano dai punti sopraelencati, questo regime fiscale prevede una flat tax del 15%, a dispetto delle aliquote IRPEF degli altri due regimi fiscali che partono dal 23%.

E sai una cosa?

Per molte nuove attività esiste la possibilità di ottenere una riduzione dell’aliquota unica al 5% per i primi cinque anni.

Il calcolo dell’imponibile, nel regime forfettario, avviene in un modo particolare. Ci si riferisce a un coefficiente di redditività che lo Stato ha assegnato a ogni codice ATECO, il quale determina la percentuale del fatturato totale annuo su cui si dovranno pagare le imposte.

Per darti un’idea, il coefficiente di redditività assegnato al codice ATECO da mediatore familiare è del 67%. Ciò significa che, se dovessi fatturare 20.000 €, verrai tassato su 13.400 €, senza dover dedurre i costi reali.

In questo regime fiscale, infatti, i costi sono forfettari e vengono ipotizzati sulla base del coefficiente di redditività di riferimento.

Leggi anche: Partita IVA enologo: vantaggi del regime forfettario

Anche per quanto riguarda i contributi previdenziali, dovrai basarti sul medesimo indicatore in quanto, non esistendo un albo dei mediatori familiari, avrai l’obbligo di iscriverti alla Gestione Separata INPS.

Questo modello contributivo prevede un versamento annuale corrispondente al 25,98% del fatturato lordo, che, nel regime forfettario, si ottiene in base al coefficiente di redditività.

In conclusione

Aprire una Partita IVA nel regime forfettario non è affatto una manovra scontata.

Un’errata interpretazione o un’insufficiente conoscenza delle leggi (soggette a modifiche e aggiornamenti continui) potrebbe determinare la tua esclusione da questo regime fiscale, privandoti di un’opportunità colossale.

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A presto
Giampiero Teresi

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