Partita iva venditore telefonico: come aprirne una, quali e quante tasse e come funzionano i contributi

Come aprire una partita iva a condizioni vantaggiose per tasse e contributi se vuoi esercitare il ruolo di intermediario commerciale nella vendita dei telefoni.

Una delle professioni nate negli ultimi vent’anni è quella di venditore telefonico su commissione. Se stai optando per questa strada lavorativa da autonomo sarai alla ricerca di informazioni circa la necessità di aprire partita iva per poter esercitare la professione.

Cercare un commercialista online e cercare informazioni su come aprire una partita iva online sono azioni del tutto comprensibili da parte di chi si approccia ad un’idea imprenditoriale.

Beh, a tal proposito sappi che ti trovi nel blog di un commercialista specializzato nel regime forfettario per cui sono ben felice di darti una mano e guidarti verso una scelta che potrebbe essere la più vantaggiosa per le tue aspirazioni: la partita iva forfettaria.

Partita Iva venditore telefonico: ecco come si apre la partita iva.

Una partita iva nel regime forfettario è senza alcun dubbio la più conveniente per chi vuole esercitare la professione di venditore telefonico e in generale per i venditori porta a porta.

Ma prima di parlare dei passaggi necessari per l’apertura della partita iva è opportuno chiarire che non sempre è necessario adottare questa strategia.

Magari ti sembrerà strano immaginare un agente di commercio senza partita iva, ma di fatto un venditore telefonico è considerato come un libero professionista senza albo di riferimento. Questo ti consente di esercitare la professione senza dover necessariamente far parte dell’Enasarco.

Dicevo della possibilità di svolgere questa professione senza partita iva. Bene, questo è difficile ma non impossibile in quanto esiste uno strumento denominato prestazione occasionale.

Per poter utilizzare la prestazione occasionale come venditore telefonico è fondamentale rispettare alcune condizioni:

  • che l’attività lavorativa non sia continuativa, ossia che la prestazione non duri più di 30 giorni di fila;
  • che la prestazione sia una tantum, quindi che tu abbia a che fare con un singolo cliente solo una volta in un anno;
  • che non si pubblicizzi in nessun modo e tramite nessun canale la propria attività.

Leggi anche: Partita iva servizi alla Persona: Come aprirla, quante tasse e quali contributi si pagano

In assenza di tali condizioni, dovrai necessariamente aprire la partita IVA e in base a quello che prevedi possa essere il tuo stipendio da venditore telefonico e il tuo fatturato su scala annuale la scelta migliore potrebbe essere il regime forfettario.

Con questa partita iva agevolata hai accesso a diversi benefici sia di natura fiscale che contributiva, ma non potrai fatturare una cifra superiore ai 65.000 € l’anno, pena l’esclusione da questo regime fiscale per l’anno successivo.

Per aprire una partita iva nel regime forfettario non dovrai sostenere costi di attivazione. Ti sarà sufficiente compilare il modello AA-912, in cui dovrai indicare:

  • i dati anagrafici,
  • la data di inizio attività,
  • il nome della tua ditta individuale,
  • la sede dell’attività,
  • la scelta del codice ATECO (che identifica il tipo di attività svolta)
  • la scelta del regime fiscale.

Una volta inviato il modulo compilato all’Agenzia delle Entrate riceverai un certificato di attribuzione della partita iva e sarai abilitato a emettere fatture.

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Quali e quante tasse si pagano aprendo una partita iva come venditore telefonico nel regime forfettario.

Iniziamo col dire che nel regime forfettario la tassazione è del 5% per i primi 5 anni di attività in caso di attività di nuova costituzione e sale al 15% a partire dal sesto anno.

Rispetto alle aliquote del regime ordinario che vanno dal 23% al 42% questi numeri fanno già capire la differenza sostanziale che intercorre tra i due regimi fiscali.

Queste imposte non si calcolano in base al fatturato totale ma a quello lordo. Ciò significa che pagherai la percentuale sulla differenza tra l’importo totale fatturato durante l’anno e i costi scaricabili, per cui pagherai la percentuale sulla differenza tra il fatturato totale e i costi scaricabili.

Questi costi sono forfettari in questo regime fiscale, ovvero vengono determinati dallo Stato su base percentuale a seconda del tipo di attività e per quanto riguarda il tuo caso questa percentuale è del 22%.

Ciò significa che se fatturerai 10.000 €, pagherai il 5% non su questa cifra ma su 7.800 €. Ma i vantaggi non finiscono qui!

Infatti nel regime forfettario hai diritto anche all’esenzione dell’imposta sul valore aggiunto e della ritenuta d’acconto. Ciò vuol dire che non dovrai sommare l’iva ai tuoi compensi e non dovrai versare nessun anticipo sulla tassazione.

Leggi anche: Resto al sud 2021: dettagli del fondo perduto e opportunità per il 2021

Partita iva da venditore telefonico: i contributi nel regime forfettario.

Aprendo una partita iva avrai anche l’onere di versare i tuoi contributi INPS e all’interno del regime forfettario da venditore telefonico dovrai iscriverti alla Gestione Separata, che comprende il significativo vantaggio di non prevedere quote fisse.

I tuoi contributi infatti verranno pagati in relazione al fatturato lordo, proprio come le tasse. Per questa professione è prevista una quota contributiva pari al 25%.

L’aspetto positivo di ciò è che i tuoi contributi saranno sempre legati al tuo volume di lavoro e sarai tutelato nel caso in cui questo dovesse subire delle flessioni, cosa che purtroppo può capitare.

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A presto
Giampiero Teresi

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